
Pomeriggio del 2 novembre: il cielo rovescia su Bari una pioggia scrosciante ed il cimitero di via Crispi, di solito pieno di gente in questa triste data, è quasi deserto. I viali sono grigi e tetri, ma la distesa di fiori freschi e colorati racconta che il giorno precedente in tanti hanno rispettato la consuetudine di onorare il ricordo dei cari che non ci sono più.
Il viale d’ingresso conduce alla zona monumentale. Molte cappelle sono recenti ed evidentemente ancora visitate, ma per la maggior parte i mausolei sono cadenti e quasi abbandonati. I cognomi sulle architravi parlano di grandi famiglie baresi o di gente che comunque ha sperato per sé e per i parenti l’unità e la vicinanza nel tempo e costruito una casa che li accolga dopo la vita.
In realtà, questo è un posto che parla del tempo. Qui si trova la storia della città: l’altare dedicato ai caduti della prima guerra mondiale, con i luoghi delle grandi battaglie e l’elenco dei soldati che non ne sono tornati, la piccola ed isolata zona delle tombe ebraiche, separata con un cancello dalle altre, ricordano che la città ha una storia ed una fisionomia che tendiamo a dimenticare.
Uscendo dai grandi cancelli sotto la pioggia scrosciante, si ripiomba nella quotidianità dei problemi del nostro consueto quartiere Libertà: fiori troppo cari, traffico paralizzato dalla pioggia, soprattutto nella zona del sottopassaggio, allagamenti e doppie file. Sarà il tempo, ma oggi di abusivi neanche l’ombra…