
Articolo di Agnese Di Nardi
Foto di Roberta Giordano
Pietro Ravanas era un commerciante francese, nato ad Aix en Provence nel 1796 e morto a Marsiglia nel 1870. Venuto a Bari nel 1840, diede grande impulso all’olivicultura e all’industria olearia, promuovendo la costituzione della “Societé nouvelle des huileries et savoineries méridionales”. I signori Sarlin e Gazagne, rappresentanti della società, nel 1869 impiantarono lungo la via di S.Cataldo uno stabilimento per la produzione del solfuro di carbonio, l’estrazione dell’olio dalla sansa e la fabbrica del sapone; due anni dopo vi aggiunsero la fabbrica del sapone verde. La società assunse nel tempo una notevole importanza perché, nel 1905, la ditta, con i signori Mazzurana e Angeli, unitamente ad una ditta di Barletta e alla ditta Cornelio e Spangher di Bari, costituirono le “Olierie e saponerie meridionali”, che si estesero in diversi centri della Puglia e della Sicilia, occupando fino a duemila dipendenti. A Pietro Ravanas è dedicato anche il busto in marmo (opera dello scultore barese Gaetano Stella) nel giardino pubblico di piazza Garibaldi.
In via Ravanas si trova l’ingresso al comprensorio della ex Manifattura dei tabacchi. Il grande stabilimento, impiantato nei primi anni del 900, rappresentò per diversi decenni una notevole risorsa economica della città, perché procurò lavoro a un migliaio circa di persone, in prevalenza donne, arrecando molto beneficio al movimento commerciale e industriale. L’iniziativa fu realizzata in un periodo di grave crisi, caratterizzata da disoccupazione, miseria, sommosse popolari. Il Comune, preoccupato, si adoperò nel migliore dei modi per alleviare i disagi della povera gente, costituendo un comitato che escogitasse la maniera di vendere il pane a un prezzo equo e favorendo al contempo l’impianto di cucine economiche, che riuscirono, in effetti, a distribuire fino a 1.700 pasti al giorno. Mentre si continuava a discutere sul da farsi, il malumore esplose in tutta la sua violenza. Il 27 aprile 1898, una popolana conosciuta con il nome di “Vagghie Vagghie” venne alle mani con una venditrice di pane, a causa del prezzo. Si formò presto un capannello di curiosi e un numeroso corteo si recò a protestare sotto la casa del sindaco Giuseppe Re David. Insoddisfatta per la mancanza di risultati concreti, la folla entrò nel municipio e trascinarono Re David in strada. Alcune persone lo trassero in salvo, ma oramai la folla aveva invaso gli uffici municipali, scaraventando dalle finestre mobili, carte e tutto quanto capitava a portata di mano. Lo stesso accadde negli uffici della polizia urbana. In serata giunsero cospicui rinforzi di fanteria e cavalleria e si riuscì ad evitare un peggioramento della sommossa. Il giorno seguente il sindaco annunciò che la giunta aveva abolito il dazio sul pane, pasta e farina, e fissato a 40 centesimi il chilo il prezzo del pane e a 30 centesimi quello del pane di seconda qualità.