
Articolo di AnnaPaola Capriulo
Foto di Roberta Giordano
In data 9 novembre 2012, presso il salone parrocchiale di San Rocco, La Scuola di Formazione alla Cittadinanza Attiva per Genitori e Figli ha dato avvio al percorso di “preparazione al voto” per i giovani e per non esordienti elettori, con un incontro volto ad analizzare l’importanza della partecipazione nella gestione del bene comune. A condurre il primo incontro è stato l’assessore alle infrastrutture strategiche e mobilità, il dottor Guglielmo Minervini, già ospite graditissimo della scuola nelle precedenti edizioni.
L’assessore Minervini, con enfasi ed appassionata chiarezza, ha concentrato l’attenzione dell’importanza del voto su tre aspetti chiave: la diffusa disaffezione del cittadino rispetto al diritto di voto, l’importanza dell’esercizio di tale diritto, la partecipazione attiva “oltre” il voto. Come emerso dalle recenti elezioni regionali in Sicilia, ha riferito Minervini, gli italiani stanno vivendo un forte sentimento di disaffezione nei confronti del voto. I dati elettorali, che hanno registrato un’affluenza alle urne pari a poco più del 47% dei votanti, hanno evidenziato tale assenteismo come il risultato di un forte senso di sfiducia dei cittadini nei confronti della politica. Con l’instabilità economica che stiamo vivendo, prosegue l’assessore, la politica non riesce a leggere le sfide da mettere in atto per il superamento della stessa. Le decisioni politiche appaiono lontane rispetto al vivere quotidiano, le istituzioni estranee alla società civile, poco orientate alla definizione di una meta comune. In questo diffuso senso di sconfitta e d’impotenza rispetto alla situazione, il rifiuto al voto per il cittadino, risulta essere dunque l’unico segnale di scontento da dare al legislatore.
Ma è proprio in questo forte clima d’instabilità che risulta essere fondamentale l’esercizio del voto. Sottrarsi a tale diritto significa delegare gli altri alla scelta del proprio futuro, oltreché sottrarsi alla responsabilità di cittadino. La mancata partecipazione spesso favorisce chi intende gestire il paese con uno sguardo non sempre orientato al benessere di un’ampia collettività. L’assenteismo, in quest’ottica, non si configura come un segnale tangibile di protesta, bensì diventa occasione di far gestire da parte di pochi il potere di molti. Lo spazio elettorale diventa così facilmente presidiabile da parte dei grandi gruppi di interesse e il cittadino, con la sua astensione, finisce col subire le scelte che il sistema ha fatto per lui. Il voto deve sempre essere espressione delle proprie idee, contributo al cambiamento comune, interesse per se stesso e per la propria collettività. Il voto non è l’approdo ad una scelta. Esso deve risultare, invece, una prima espressione di partecipazione attiva nell’ottica della costruzione della cittadinanza futura. Ogni elettore è un cittadino a 360° per 365 giorni l’anno e con il voto deve individuare la base per la costruzione di un futuro condiviso.
Minervini ha spesso arricchito la sua analisi con la attestazione entusiasmante della sua partecipazione politica, che non conosce alcun indugio fin dal suo esordio politico. Ed è soprattutto questa sua appassionata testimonianza, l’illustre figura di un cittadino in un onorevole politico, il messaggio civico che noi giovani oggi riceviamo da questo gradevole incontro.