
Articolo di Bianca Maria Fanti
La Città della Scienza che brucia ricorda in qualche modo il rogo del nostro Petruzzelli. Anche questa volta, da un incendio deriva un danno incalcolabile al territorio, alle possibilità culturali delle migliaia di ragazzi che in quella particolarissima città da anni si sono lasciati affascinare dalla scienza, al lavoro delle persone che hanno pensato, progettato, realizzato i percorsi didattici più efficaci ed interessanti che possano far innamorare il visitatore. La preoccupazione, però, ha margini più ampi, riguarda un’epoca in cui il teatro Petruzzelli di Bari, così come la Fenice di Venezia, come gli scavi di Pozzuoli o la Città della Scienza di Napoli cessano di rappresentare il fulcro della nostra cultura e quindi della nostra identità, perdono la sacralità che spetta loro e diventano simbolo dell’incuria o, peggio, della criminalità e del degrado culturale in cui si rischia di scivolare se si abbassa la guardia.
Come sempre più spesso accade, la voce dei cittadini si fa immediatamente sentire e chiede di poter intervenire con donazioni e sovvenzioni. Sul gruppo facebook della Città della Scienza si trovano gli estremi del conto su cui effettuare la donazione:
“Per contribuire alla ricostruzione di Città della Scienza è disponibile il conto corrente, intestato a Fondazione Idis Città della Scienza – IBAN IT41X0101003497100000003256 – causale Ricostruire Città della Scienza – questo è l’unico conto corrente dove esprimere il vostro sostegno – grazie di cuore”
Sempre ai cittadini spetta anche il compito di pretendere dai governi (l’attuale e il prossimo) una più attenta salvaguardia del patrimonio culturale italiano, l’immediata ricostruzione del centro di Bagnoli e la chiarezza sull’accaduto.