
A cura di Paola Lacasella
Articolo 2
« La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. »
Con l’affermazione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”, la
Repubblica prende atto dell’esistenza dell’uomo e dei suoi diritti. Il suo compito, infatti, non è
quello di creare i diritti ma quello di prendere atto di questi, prima ancora di prendere atto della
Costituzione e dei diritti di quest’ultima. I diritti dell’uomo vengono definiti “inviolabili” e per
tale ragione nessuna istituzione può osare violarli, perché la violazione di tali diritti è violazione
della Costituzione, atto, quest’ultimo, sanzionabile dalla Corte Costituzionale.
“Sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. L’Articolo 2 della Costituzione stabilisce che il singolo che opera in un’associazione debba essere tutelato nei suoi diritti fondamentali anche all’interno dell’associazione di cui fa parte. Le associazioni mafiose, dunque, che perseguono finalità autoreferenziali non si allineano ed, anzi, calpestano i principi della Costituzione. L’autoreferenzialità è un crimine ed è vietata ed impedita nella nostra Costituzione, grazie all’affermazione dei diritti inviolabili dell’uomo. La libertà di associazione, che la Costituzione permette, comporta il diritto, per gli individui, di associarsi ma non conferisce all’associazione il diritto di violare i diritti inviolabili dell’associato.
L’elemento fondamentale e fondante dell’Articolo 2, che fa da spalla al principio dell’inviolabilità dei diritti, poco fa espresso, è il principio di solidarietà: la Repubblica “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. In queste parole, cariche di forza, è palese l’obbligo di solidarietà umana (es: il volontariato). E’ questo un elemento assente in qualsiasi altra costituzione e lancia uno dei messaggi più alti: il fine della Costituzione della Repubblica Italiana è l’uomo. L’uomo, come la Costituzione, ha l’obbligo di riconoscere l’inviolabilità dei diritti e l’obbligo di solidarietà verso gli altri individui, verso gli altri uomini, e, dunque, anche verso gli immigrati, i rifugiati politici, ecc. Qualsiasi legge contro l’immigrazione è, dunque, inumana ed anticostituzionale. Non a caso, fra i diritti inviolabili dell’uomo vi è quello della libertà di circolazione, tutelata, tra l’altro, dalla Corte Europea di Strasburgo. Come si può favorire la libera circolazione dei capitali e, poi, vietare la libera circolazione di uomini?
La nostra Costituzione è la sola a non parlare di CITTADINO, come fa quella francese, ma di UOMO. I diritti inviolabili di cui si parla sono quelli dell’uomo, prima ancora che quelli del cittadino. La Repubblica riconosce, dunque, l’inviolabilità dei diritti di uomini che fanno parte anche delle religioni più diverse. Allontanare un individuo dalla comunità è, e sempre resterà, un’azione inumana ed anticostituzionale.