A DOMANDA RISPONDO… o anche NO!

La politica è partecipazione, ascolto di un’idea comune che si realizza a vantaggio della collettività.

Sono le risposte date alle necessità , ai bisogni, non solo, ma anche alle domande, dei cittadini e delle associazioni.

Null’altro che questo era lo scopo della nostra iniziativa, “Invito a rispondere” indirizzata ai sette candidati pugliesi alle regionali 2015 e pubblicata on –line.

Avevamo inviato loro quattro quesiti, su temi di rilevanza pubblica che riguardano la nostra Regione.

Ad oggi (13 maggio c.a.) sono arrivate le risposte della sola candidata Antonella Laricchia – governatore proposto dal Movimento cinque Stelle – che di seguito leggerete.

Dagli altri pur sollecitati, fino ad ora, nulla.

Un’occasione persa, sicuramente: la politica è fatta nella costruzione di “cose piccole”, certe e soprattutto di riposte concrete.

Un grazie a chi ha colto tale possibilità, guardando all’essenza della democrazia: far conoscere il proprio pensiero, nel rispetto dei cittadini.

25 maggio c.a.

In leggero ritardo, ma ancora in tempo utile per un confronto sono arrivate anche le risposte dei candidati Francesco Schittulli e Michele Emiliano.
Per una lettura in par condicio proponiamo, in ordine d’arrivo: in blu le risposte della Laricchia, in verde quelle di Schittulli e in viola quelle di Emiliano.

29 maggio c.a.

In ritardo, ma eccovi in coda anche le risposte di Riccardo Rossi (L’Altra Puglia)
Per una lettura in par condicio proponiamo, in ordine d’arrivo: in blu le risposte della Laricchia, in verde quelle di Schittulli, in viola quelle di Emiliano e in rosso quelle di Rossi.

Buon confronto!

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1. Quali le sue strategie, nel caso diventasse Governatore, per evitare la fuga di giovani e di cervelli dalla Puglia?

(Laricchia) Reddito di cittadinanza e investimenti in quei settori che, secondo uno studio del comitato d’indagine sulla Green Economy della Camera dei Deputati, sono ad alta intensità di lavoro. Infatti, secondo questo studio, per ogni miliardo di euro di investimenti nel settore del riefficientamento energetico degli edifici, si producono 18.000 posti di lavoro; nel settore delle bonifiche, 13.000; in quello dell’agricoltura biologica, 4.000. Mentre nel settore delle grandi opere, appena 600. Dunque, non ha senso ostinarsi al finanziamento delle grandi opere (come il Tap) ma occorre finanziare settori quali agricoltura biologica, bonifiche, riefficientamento energetico degli edifici…
Anche la strategia “rifiuti zero” con l’introduzione delle tecniche di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti produce molti posti di lavoro: nella regione francese del Nord Pas de Calais, in una anno, questa strategia, unita ad altre nel campo dell’energia da fonti rinnovabili e dell’agricoltura, ha prodotto ben 20.000 posti di lavoro. Il reddito di cittadinanza è la manovra economica che sosterrà la formazione in queste professioni.

(Schittulli) Ritengo inaccettabile l’indifferenza generale e, soprattutto, quella delle cosiddette “autorità costituite” nei confronti dei nostri giovani oramai privi delle loro preziose speranze e del loro futuro nonostante i sacrifici per raggiungere una forma mentis culturale e professionale. Questa triste realtà dovrebbe scuotere in maniera forte le coscienze in primis della regione di appartenenza e poi dell’intera nazione. Va creato, in Puglia, un sistema coeso dell’intero comparto sociale, organizzato per dare risposte efficienti ed efficaci alla collettività e per fare questo è necessario pensare al futuro di una generazione stanziando i fondi necessari in grado di garantire una reale indipendenza economica ai giovani. La classe politica degli ultimi dieci anni ha solamente distrutto questa regione e precarizzato il futuro dei nostri figli. La sfida per il lavoro costituisce la vera emergenza da affrontare, rispetto alla quale è necessario garantire la massima efficacia degli interventi e l’assoluta efficienza nella spesa. Il meccanismo vincente sarà il legame forte, da creare e rafforzare continuamente, tra istruzione, formazione, servizi del lavoro ed aziende: utilizzare dunque la leva formativa anche come strumento per incentivare lo sviluppo dell’impresa e favorire i settori emergenti e strategici. Ma per raggiungere questi obiettivi, ambiziosi ma doverosi, il sistema di formazione professionale in Puglia ha assoluta necessità di una ristrutturazione profonda e completa, a partire dalla riorganizzazione del Servizio Regionale della Formazione Professionale, attualmente suddiviso in una irrituale duplicazione di sub-servizi (Formazione Professionale ed Autorità di Gestione del Fondo Sociale Europeo), autonomi tra loro, con una irrazionale ed atipica ripartizione di competenze e di personale, che ha portato inevitabilmente ad una serie di disservizi, di difformità di comportamenti, di non uniformità di direttive. La nostra regione possiede grandi risorse da tutti i punti di vista, dal paesaggio all’industria, l’artigianato e la ricerca scientifica ed è pienamente in grado di far rinascere una speranza negli occhi dei nostri figli, spetta solo a chi la amministra rendere concreto e trasparente questo grande traguardo ed io, sono pronto.

(Emiliano) I temi che non possono essere tenuti disgiunti, ma che abbisognano di strategie innovative di integrazione delle politiche, riguardano il Welfare, il lavoro, la formazione e le politiche giovanili. Riguardo alla Formazione, le risorse disponibili devono essere indirizzate, prioritariamente, verso percorsi formativi strettamente legati alle esigenze del sistema produttivo in continua evoluzione. Le Politiche giovanili hanno una funzione trasversale nel ciclo di programmazione e di sviluppo delle risorse comunitarie, che necessita di strategie unitarie con gli ambiti della formazione, del lavoro, del diritto allo studio a partire dalla copertura di tutte le borse di studio per gli studenti meritevoli, dai trasporti per gli studenti pendolari e da incentivi per far emergere il mondo del sommerso degli affitti in nero. L’emigrazione giovanile in Puglia è fra le più alte d’Europa. Il lavoro intellettuale, le conoscenze scientifiche, la creatività sono un valore indispensabile per l’economia. La Puglia ha enormi potenzialità ma troppi giovani che accedono a corsi di specializzazione finanziati dalla Regione vanno via. La Regione in questi anni ha investito molto per offrire ai giovani pugliesi l’opportunità di una formazione specializzata. Ma oggi serve un cambio di passo, perchè la Puglia deve attrarre i cervelli, non perderli dopo averli formati. La Puglia deve diventare un polo di eccellenza: l’alta formazione come leva per attrarre investimenti e contrastare la disoccupazione. Noi proponiamo Un piano straordinario per i giovani pugliesi. La possibilità per le imprese pugliesi e non, di accedere a pool di giovani altamente qualificati e specializzati, rappresenterà nei prossimi anni un fattore competitivo di straordinaria importanza. E per i giovani una possibilità in più per restare e per inserirsi nel mercato del lavoro. Noi proponiamo un piano triennale della ricerca, attraverso nuovi bandi regionali, rivolti a Università, Centri di Ricerca, fondazioni, enti locali, sia per attività di ricerca di base che di ricerca industriale, orientata a settori strategici per l’economia regionale. I bandi dovranno prevedere, a parità di punteggio, criteri preferenziali per i giovani laureati che hanno maturato significative esperienze di ricerca di valenza internazionale e misure (sul modello del programma Montalcini del MIUR) per il rientro dall’estero. Tenuto conto degli incentivi fiscali già previsti per il rientro dei cervelli per i prossimi due anni all’interno della Legge di Stabilità, avvieremo d’intesa con il Governo una misura additiva o autonoma in base alla norma statale. Fonte di finanziamento: Fondo europeo di sviluppo regionale FESR (ll programma per Giovani Ricercatori “Rita Levi Montalcini” è finalizzato al reclutamento a tempo determinato presso qualificate istituzioni universitarie o di ricerca). Inoltre, nell’ambito della medesima misura di programmazione europea, prevediamo di avviare un piano triennale di progetti formativi, funzionali alle esigenze di sviluppo economico del territorio con tirocini/training presso imprese per supportare e potenziare le attività di ricerca e innovazione, connettendole allo sviluppo economico del territorio, in particolare delle PMI.

(Rossi) L’unica possibilità è costruire un futuro per i nostri ragazzi, e per farlo è indispensabile puntare sul più grande patrimonio di cui l’essere umano possa disporre: la Conoscenza, pubblica ed accessibile a tutti. Noi sogniamo di trasformare la nostra terra in un polo di ricerca di livello mondiale. Ricerca umanistica, a monte, e scientifica, a valle. 
Non è un caso se tutti i governi che si sono succeduti, di destra o di sedicente sinistra, hanno fatto il possibile per distruggere la scuola e l’università pubbliche, da ultimo con la cosiddetta “buona scuola” renziana. Siamo profondamente convinti che questo sia accaduto perché il Sapere, diffuso, pubblico e democratico, è l’unico grande antidoto alla concentrazione di potere, che a tutt’oggi domina le nostre esistenze, alle disuguaglianze e alla desertificazione, che proprio questa concentrazione provoca.

 

2. Emergenza immigrazione: Puglia tra sbarchi e richieste d’aiuto. Lei cosa pensa di fare in merito?

(LaricchiaL’emergenza immigrazione si affronta a livello europeo, rivedendo la Convenzione Dublino III e richiedendo al suo posto, un provvedimento per quote per cui gli immigrati non siano costretti a rimanere tutti nel paese di approdo (che spesso è l’Italia per via della sua posizione geografica) che magari non ha mezzi e disponibilità per accoglierli adeguatamente. Devono avere la possibilità ed il diritto di essere distribuiti equamente in tutti gli Stati europei in modo da ottimizzare l’impiego di risorse necessarie alla loro accoglienza. Inoltre, garantisco che nessun portavoce del Movimento 5 Stelle speculerà mai sull’accoglienza degli immigrati come invece accaduto con le cooperative rosse indagate negli scandali di Roma Capitale e legate ai politici di tutti i partiti tranne il Movimento. La speculazione e la corruzione rendono l’emergenza ancora più grave ed è per questo che noi investiamo molte energie nella selezione morale dei nostri candidati ed eletti.

(Schittulli) Non vorrei ridurre la mia risposta alla sola prassi sul “come accoglierli” perché ritengo che gli atteggiamenti dovrebbero discendere come logica conseguenza dalla nostra identità umana e cristiana, ed essere espressione di una cultura dell’accoglienza. La nostra storia ci impone la solidarietà e l’accoglienza di tutte quelle persone che scappano dal proprio paese per rifugiarsi nel nostro a causa di guerre, persecuzioni personali e di massa ed è nostro dovere intervenire in questa situazione in maniera forte e raziocinante. Il fenomeno delle migrazioni, dovrebbe esser considerato normale ma in realtà sta diventando un incubo crescente che genera solo paura. Sono spesso visti come una “invasione”, degenerando l’opinione comune in una matrice di paura e insicurezza. Il fenomeno deve essere sicuramente regolamentato a livello giuridico, deve per altro verso essere considerato come un dato normale e perfino necessario a livello economico e lavorativo anzi, necessario. Per il fenomeno dell’immigrazione è necessario creare l’istituzione di uno apposito presidio, per organizzare ogni forma di assistenza, ma in particolare perché diventi strumento per creare le condizioni di un vero e proprio cambio di rotta dell’integrazione. Così come sarà indispensabile intervenire sulla organizzazione istituzionale esistente e già strutturata materia di welfare. In particolare, bisognerà: favorire e potenziare il Welfare d’accesso innovativo (segretariato sociale circoscrizionale, la porta unica d’accesso/PUA, gli Sportelli sociali in rete) rendere operativi e più efficienti i Piani sociali di zona, i Piani strategici, rispettando i tempi d’attuazione, soprattutto nel finanziare le attività di integrazione scolastica, applicando il metodo operativo di coordinamento (M.O.C.), proposto dalla Comunità europea; potenziare i P.I.S. in ogni ambito territoriale (alloggio d’emergenza per i senza fissa dimora, mensa sociale, banco alimentare, sportello sociale); incentivare la co-progettazione (ex art.24, L.R.4/07) con il Terzo settore, Fondazioni, Volontariato, Comunità religiose per sopperire ai “tagli” quindi rivedere le convenzioni con le cooperative sociali/tipo B, sino ad oggi, dai risultati inefficaci, che rastrellano quasi tutte le risorse, senza creare innovazione. Ritengo doveroso atresì disciplinare controlli rigorosi sull’efficienza dei servizi e l’attuazione dei progetti, varando nuove misure di tutela e controllo dei Centri di accoglienza come Sprar e Cara.

(Emiliano) L’immigrazione è un tema mondiale. L’Europa in primo luogo è chiamata a scelte e responsabilità dirette sull’accoglienza, ed il Governo nazionale di concerto con l’UE ha il compito di gestire ed organizzare questi interventi. Le regioni, sulle emergenze svolgono una azione sussidiaria relativamente agli sbarchi, ed ai centri presenti sul territorio. Innanzitutto, occorre affrontare il tema senza demagogia e senza retorica, coniugando diritti umani sacrosanti con i doveri, (anche noi siamo stati immigrati) e con il contesto sociale e culturale che necessita di una forte attenzione di controllo. Ai diritti devono essere accompagnati i doveri. Abbiamo nelle scuole pugliesi ragazzi e ragazze figli di immigrati, abbiamo nel nostro territorio tanti lavoratori stranieri, dobbiamo contrastare fortemente e con più controlli l’illegalità, garantendo diritti uguali per tutti come scritto nella nostra Costituzione. Non possiamo pensare di risolvere da soli una questione così enorme e di portata mondiale, né l’Europa può pensare di scaricare sulle regioni del Mezzogiorno, un’emergenza che rischia di avere un impatto sociale altrettanto importante, se non è governata da una politica comunitaria. Abbiamo sempre detto che chi fugge dal proprio paese per guerre terribili e regimi antidemocratici ha diritto ad una vita migliore. Non possiamo accettare che milioni di persone, fra loro tanti bambini in cerca di un destino migliore, continuino a morire in fondo al Mediterraneo. L’indifferenza ha sempre prodotto danni terribili per l’umanità. Ed il terrorismo peraltro, non viaggia attraverso i barconi disperati. Chiediamo una strategia europea più giusta rispetto all’accoglienza, affinchè tutti i paesi europei si facciano carico allo stesso modo dell’emergenza. Il dramma dell’immigrazione ci impone un’azione decisa nei confronti dell’Europa. La Regione Puglia, nell’ambito delle proprie competenze sussidiarie, continuerà a mettere in campo una cornice comune di riferimento per le politiche territoriali, in particolare per l’inserimento dei minori stranieri nel sistema scolastico, il contrasto allo sfruttamento lavorativo, i servizi sanitari, le politiche di integrazione.

(Rossi) Il flusso di migranti sulle coste pugliesi, fenomeno conosciuto a partire dagli anni novanta, è caratterizzato da sbarchi continui ma, in realtà, contenuti nel numero di stranieri che di volta in volta raggiungono la nostra regione via mare. La presenza di migranti va affrontata in maniera quanto più inclusiva e orientata ai processi d’integrazione. Resta comunque un fenomeno cui è possibile far fronte, grazie anche ai tanti enti e associazioni che manifestano quotidianamente sul campo il loro impegno concreto per l’accoglienza e l’integrazione. Ciò che occorre fare è tenere ben separati l’impegno dal business e le associazioni serie dalle mafie.
Emiliano e Salvini erigono muri tra “noi” e “gli altri”. L’Altra Puglia vuole ricordare a entrambi che i muri non tengono “gli altri” fuori, ma rinchiudono “noi” dentro. E l’essere umano, proprio come qualunque altro animale, non è fatto per vivere rinchiuso in gabbia, fisica o mentale che sia.

 

3. In riferimento alle recenti ristrutturazioni del Sistema Sanitario Pugliese, ispirate pressoché esclusivamente da motivazioni economiche, quali sono le proposte per conciliare, in futuro, la sempre crescente richiesta qualitativa e quantitativa di prestazioni sanitarie con l’ormai cronica carenza di fondi da destinare alla sanità pugliese?

(LaricchiaIl sistema sanitario pugliese è purtroppo illegittimo. Secondo una legge regionale ed una delibera di giunta, l’apertura di una struttura semplice sanitaria deve trovare giustificazione nelle liste d’attesa e dati epidemiologici contenuti in un atto aziendale approvato dalla Regione Puglia. Invece nessun atto aziendale è mai stato approvato dalla Regione. Cioè nessuna struttura semplice risulta giustificata da un dato del territorio, così come di conseguenza nessuna struttura complessa e neanche nessuna loro chiusura. È evidente che, se non sono state seguite logiche territoriali, sono state seguite logiche clientelari o mediatiche che hanno portato all’apertura di strutture in fretta poco prima delle elezioni pur con molte carenze.
Noi proponiamo prima di tutto il rispetto della normativa che impone una pianificazione (che solo dei politici non interessati alla continua riconferma di se stessi come noi che abbiamo il limite dei due mandati possiamo garantire) e un’ottimizzazione delle risorse con un centro unico per gli acquisti del materiale sanitario e con il potenziamento dell’assistenza domiciliare. Così, si potrà procedere all’apertura delle case della salute, presidi sanitari in ogni comune o quasi a seconda della pianificazione in cui riunire medici generali, guardie mediche, associazioni di volontariato per un servizio sanitario a km zero che sia filtro dei casi più semplici gestibili in loco e lasci quelli più complessi all’ospedale centralizzato che così non ne risulterebbe intasato.

(Schittulli)  La parola ristrutturazione mi sembra eccessiva da utilizzare per il sistema sanitario pugliese che, non è mai stato ristrutturato bensì assalito dalle forze politiche che governavano con inefficienza e cattiva organizzazione. Come tutti sappiamo le risorse utilizzate nel pianeta sanità sono pari all’80-85 % del bilancio regionale, infatti, è possibile immaginare una vera ristrutturazione partendo da una conoscenza delle esigenze dei cittadini e da un’attenta e razionale gestione delle stesse. In primis, vi deve essere alla base della organizzazione sanitaria uno studio statistico epidemiologico e un registro tumori aggiornato per poter sviluppare un piano sanitario tarato sulle necessità dei cittadini pugliesi se prescindiamo dai posti letto ordinari che servono al popolo. E’ necessario concludere l’iter della tessera sanitaria informatizzata che deve accompagnare il paziente in tutto il corso della sua vita onde evitare duplicazioni di prestazioni mediche. L’assegnazione dei fondi alle varie ASL deve avvenire conoscendo le notizie innanzi dette e pertanto l’assegnazione delle somme in base alle necessità occorrenti per il numero di prestazioni specialistiche e quindi all’auto costo di cui ogni territorio ha bisogno. All’interno di ogni azienda sanitaria vi deve essere un ufficio di controllo di gestione che deve creare i centri di costo per monitorare la spesa e per varare un risparmio delle prestazioni assegnato dal D.RG che definisce il costo di una prestazione. Inoltre vi deve essere un ufficio che contratta ed assegna il budget alle unità operative e che, controllerà il costo e la produzione di quell’unità operativa e pertanto anche le variabili di produttività e di incarichi assegnati. Per alcune prestazioni verranno integrati con la parte sociale affinchè vi sia un sistema integrato che porterà certamente un risparmio all’azienda. Un grande ruolo giocano in questo discorso i medici di medicina generale che seguendo bene i loro pazienti e organizzandosi con studi associati potranno evitare di farli arrivare dal proprio territorio in ospedale e quindi questo porterà ad abbassare notevolmente l’indice di ricovero a volte inappropriato, sia nelle strutture pubbliche che private. Bisogna tener conto che la differenza sottile tra le strutture pubbliche e accreditate consiste nel fatto che il costo è sempre a carico del sistema nazionale. L’ospedale deve essere il punto di arrivo finale del paziente per patologie importanti perchè la prima parte del percorso sanitario deve essere effettuato tra il medico di base e le strutture territoriali ed i poliambulatori serviranno ad evitare che il paziente arrivi al ricovero. Utilizzando questi accorgimenti e controllando le liste di attesa si eviterà di allungare i tempi e il modus operandi sia per inefficienza che per prestazioni che il paziente ha già ricevuto anche da altre aziende ma che non sono state scaricate dal sistema. Unendo a quanto innanzi detto il controllo sull’erogazione dei farmaci si potrà avere dei risultati certamente soddisfacenti del risparmio senza influire sulla qualità della prestazione.

(Emiliano) L’80 per cento del bilancio regionale viene impiegato nella Sanità. Il sistema sanitario pugliese è rientrato nel patto della salute, portando in equilibrio i suoi conti dopo decenni di malgoverno. Tuttavia in Puglia si registrano ancora opacità sulla qualità delle prestazioni e il complesso del sistema pugliese necessita di interventi di riorganizzazione e di governance importanti, per risalire la china nei servizi, nella velocità e nell’eccellenza. Priorità alla medicina preventiva e ai territori ad alto inquinamento ambientale, più servizi territoriali soprattutto ad alta integrazione sociale (anzianità, salute mentale, dipendenze, maternità e infanzia,disabilità); revisione della normativa regionale sugli accreditamenti con verifica periodica dei requisiti. Affronteremo in modo nuovo ed efficace e con risorse dedicate, i temi della prevenzione, della cura, del sostegno alle comunità terapeutiche ed alle associazioni dei familiari, dell’ inclusione per dare un futuro a persone fragili, che hanno scelto di superare il proprio grave problema. Investiremo sull’assistenza domiciliare e sull’integrazione socio-sanitaria, perché l’attuale modello organizzativo, centrato sull’ospedalizzazione, non è più adeguato rispetto ai nuovi bisogni dei cittadini. Per poter orientare in modo coerente il processo di ridistribuzione delle risorse disponibili, in particolare, riducendo la spesa ospedaliera e farmaceutica a favore della prevenzione e dell’assistenza territoriale, rafforzando gli strumenti di custumer satisfaction.
Si possono eliminare ancora sprechi, agendo in modo sistemico con una profonda implementazione della sanità elettronica e di riorganizzazione della presa in carico del paziente cronico. Il nostro obiettivo è opposto ai tagli lineari, ossia è quello di spendere meglio le risorse destinate alla prevenzione e alla salute pubblica. La casa della salute, così come altri presidi di prossimità, devono divenire il luogo dove operare una non più procrastinabile integrazione fra tutti i professionisti della Sanità, con pari dignità. La Sanità, come molti ambiti della pubblica amministrazione, è gravata dal peso della politica, ma è vero anche che la politica è gravata dalla gestione di questi enti, e non c’è alcuna ragione perché lo debba fare, al netto di salvaguardare i bisogni della collettività. Una delle prime leggi che intendiamo portare in Consiglio regionale riguarda la costituzione di un organo sanitario al di sopra delle parti: un Consiglio superiore della Sanità, a costo zero, che scelga i migliori professionisti sanitari e lo faccia per le loro competenze e capacità non per le tessere di partito. Ciò contempla un rafforzamento dell’ARES, l’Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia, attraverso l’inserimento dei migliori giovani. Vogliamo costruire una Sanità che paghi la salute e non la malattia, e per questo vogliamo fare un grosso investimento sulla prevenzione, che riguarda l’ambiente, l’agricoltura, lo sport, l’alimentazione: insomma la buona vita. Cominceremo dalla mappatura delle strutture sanitarie (catasto sanitario) per uniformare l’erogazione del servizio e l’accesso alle cure a superiori standard di qualità, con l’attenzione che si deve a un diritto esigibile per tutti, quali sono i LEA. Occorrerà, inoltre, potenziare una strategia di base, implementando a livello regionale il sistema di misurazione e valutazione delle strutture sanitarie messo a punto dal MES della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, adottato su base regionale per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, con pubblicazione dei risultati delle verifiche periodiche. Potenzieremo le tecnologie informatiche e di comunicazione (ICT) applicate alla sanità per ottimizzare la spesa sanitaria, a partire dalla ricetta elettronica, dalla cartella medica informatizzata e dal fascicolo elettronico, senza costi aggiuntivi a carico dei cittadini. Prioritario un piano di azioni per ridurre la mobilità passiva extraregionale partendo dalle reali necessità dei cittadini rispetto al complesso delle prestazioni fornite.

(Rossi) La prevenzione e la tutela della salute dei cittadini sono alla base della missione del SSN. I tagli del governo centrale mettono a serio rischio questa missione. Le proposte de L’Altra Puglia sono innanzitutto quelle di rivedere bilancio della sanità, eliminare immediatamente il superticket e rivedere il ruolo del medico che, all’interno della struttura pubblica, spesso esercita anche la professione privata, in evidente conflitto di interessi. Ci troviamo di fronte ad una sanità formalmente pubblica, ma nella sostanza privata, e in questa situazione difficilmente si possono ridurre le liste d’attesa.
Un altro punto importante è la realizzazione delle case della salute, i presidi poliambulatoriali di cui tanto si è parlato ma che non sono stati realizzati. Queste rappresenterebbero la giusta integrazione tra una rete capillare di assistenza sul territorio e gli ospedali di prima fascia, in modo da avere differenti livelli di risposta, in un territorio che fa registrare un costante invecchiamento della popolazione e un drammatico aumento delle patologie croniche.

 

4. Siamo convinti che la questione morale, la trasparenza dei rapporti istituzioni/cittadino, la lotta alla corruzione di qualunque tipo siano un fiume carsico di risorse che potrebbero essere investite in svariati settori (lavoro, ambiente, viabilità, sanità, trasporti, tutela del patrimonio storico-artistico, scuola, giovani…). Cosa prevede il Suo programma a tale proposito?

(LaricchiaSiete convinti del giusto: secondo il procuratore regionale della Corte dei Conti infatti la corruzione è costata in Puglia ben 30.000.000 di euro nel 2013.
Il nostro programma prevede prima di tutto delle norme anticorruzione nella formazione delle nostre stesse liste: divieto di possibilità di candidatura per condannati per qualsiasi ragione ed indagati per reati contro la pubblica amministrazione, obbligo del limite di due mandati politici, riduzione dello stipendio da consigliere regionale, annullamento indennità di funzione e restituzione delle eccedenze dei rimborsi per versarli in un microcredito a disposizione delle Piccole e Medie Imprese.
Garantiamo trasparenza e partecipazione anche attraverso la partecipazione diretta alla formazione delle leggi regionali tramite il portale Lex come accade a livello nazionale.
Favoriremo strumenti come il whistleblowing con cui sarà possibile denunciare anonimamente irregolarità nella gestione della cosa pubblica da parte dei dipendenti pubblici.

(Schittulli) La regione ha l’obbligo intellegibile di coinvolgere la cittadinanza mettendo a disposizione dei cittadini strumenti di democrazia diretta nel rispetto della legge. La trasparenza è la parola chiave del mio programma perchè credo che questa parola in tutti questi anni sia stata svuotata del suo senso e significato più profondo. Sarà opportuno proseguire con azioni intraprese nell’ottica della trasparenza attraverso azioni semplici e costruttivi come la pubblicazione delle deliberazioni e le determine dirigenziali, attraverso le quali, come è noto, passano gli impegni di spesa più consistenti. Proponiamo inoltre di agevolare ed autorizzare la ripresa diretta di ogni seduta come espressione di trasparenza e fedeltà dell’informazione, l’istituzione di uno sportello telematico di dialogo con il cittadino o un servizio in streaming sulla Rete, sulle radio e sulle televisioni, la redazione del bilancio partecipativo deliberativo in cui i cittadini possono definire le priorità nell’utilizzo delle risorse finanziarie comuni, la diffusione della cultura partecipativa nei cittadini e all’interno delle amministrazioni; la realizzazione di un giornalismo civico partecipato (siti, webradio, newsletter, blog) particolarmente indicato anche per sollecitare la partecipazione dei giovani, la creazione di gruppi di lavoro costituiti da soggetti pubblici e privati.Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini, di cui si diceva, bisognerà codificare stabili relazioni tra i diversi soggetti capaci di costruire una visione comune, dove ciascuno fa la sua parte. Non basta approvare una legge, bisogna essere realisti, e cioè o riusciamo a costruire una condivisione con i soggetti che operano nel territorio e per il territorio, o sarà difficile realizzare qualsiasi risultato. Questa partecipazione servirà per costruire una governance, non barocca, senza nessuna forma di centralismo regionale, che realizzi una coerenza tra le leggi e gli indirizzi regionali e le politiche nel territorio delle altre istituzioni, anche nel campo finanziario. Un’occasione unica, come già detto in apertura del programma, è rappresentata dal riordino delle funzioni provinciali sul territorio regionale, a seguito della contestatissima riforma delle Province. Poi, per quanto concerne la riforma dell’Amministrazione regionale bisognerà abrogare una serie di norme di “facciata”, di nessun obiettivo concreto, e di quelle spesso contraddittorie che obbligano a lunghe pratiche burocratiche e all’impegno di moltissimo tempo. Bisognerà rivedere la pachidermica macchina amministrativa cresciuta solo in funzione di creare posizioni di potere tecnico e amministrativo per essere fedeli e non leali con chi governa. Conseguentemente, sarà necessario realizzare una efficace e concreta semplificazione delle procedure amministrative, in modo tale da limitare il numero di soggetti che intervengono per autorizzare un’attività e per questa via ridurre gli oneri e i tempi di risposta. Si accorcerà, in tal modo, il rapporto amministrazione-cittadino, amministrazione-sistema economico.

(Emiliano) Abbiamo scritto il programma insieme a 3 mila pugliesi, in un processo partecipativo mai realizzato prima. La partecipazione e la trasparenza hanno un ruolo centrale
Cittadini, comuni, partiti, associazioni, imprese, sindacati, devono contribuire alle grandi decisioni, come quella di costruire un gasdotto o di chiudere una fabbrica inquinante. La Presidenza della Regione e la Giunta saranno costantemente a contatto con i 6 capoluoghi ed avranno in ciascuno di questi una sede per riunirsi con cadenze precise. Questa “Presidenza multicentrica” sarà il luogo del dialogo volto alla decisione, della pianificazione partecipata. La vita di un territorio si deciderà con il territorio medesimo. Queste sedi saranno un nodo del processo di semplificazione e di sussidiarietà, perché saranno uffici dislocati della struttura regionale, per facilitare il cittadino e gli amministratori locali. E tutto questo a costo zero. La nostra idea di governo della Puglia s’ispira a una governance condivisa e collettiva del territorio, fra istituzioni, società civile, terzo settore, impresa, in grado di concertare le politiche territoriali e di co-progettare interventi, servizi, investimenti. Il Sindaco di Puglia è un soggetto plurale, fatto da sindaci, associazioni, mondo produttivo, liste civiche, movimenti, partiti, sindacati, soggetti della comunicazione, che ribaltano la piramide del potere regionale e restituiscono parola e ruolo alle persone, limitando lo strapotere dei burocrati e privilegiando la conoscenza del territorio e dei suoi problemi. I territori hanno bisogno di essere ascoltati e di potere partecipare alle scelte e alle decisioni.
Con la proposta della legge sulla partecipazione vogliamo affermare finalmente il riconoscimento e la qualificazione della partecipazione come “diritto”, nella elaborazione della decisione pubblica. Il metodo e le forme di deliberative democracy che sperimenteremo non saranno l’eccezione, ma la regola della democrazia regionale, la forma ordinaria di amministrazione e di governo della Regione, in tutti i suoi settori di azione e a tutti i livelli amministrativi.
Ovviamente, partecipazione e trasparenza sono elementi indivisibili di una buona governance. Il potenziamento delle nuove tecnologie al servizio dell’amministrazione e dei cittadini è fondamentale. La trasparenza degli atti amministrativi sarà garantita dal miglioramento dell’accessibilità alle informazioni e agli atti. Dai livelli minimi previsti dalla normativa nazionale vogliamo giungere all’obiettivo di rendere tracciabile ogni singola fase del procedimento amministrativo. In specie, ampio risalto sarà dato allo strumento degli open data, per quanto riguarda la programmazione e il controllo delle prestazioni, le performance del sistema sanitario, la tracciabilità e i controlli in settori strategici come la produzione di energia. Proponiamo a tal fine un coordinamento funzionale e di controllo tra le strutture anticorruzione della Regione e il soggetto aggregatore InnovaPuglia. Un’iniziativa opportuna sarà l’adozione di un Codice Etico dei dipendenti pubblici e la legge sul lobbying (attualmente esiste il codice di comportamento regionale, che adegua alle esigenze regionali il contenuto del DPR 62/2012) per inserire regole innovative in ambiti particolari (disciplina del conflitto di interessi della politica, disciplina dei rapporti tra politica e impresa, disciplina dei rapporti tra politica e dirigenza).

(Rossi) Ci sarebbe tantissimo da dire sul peso che la corruzione – comprese le sue forme formalmente legali come, ad esempio, il fenomeno delle famose “porte girevoli” – ha ricoperto e continua a ricoprire sulla politica italiana, su quella europea e su quella globale. Si pensi, solo per fare un esempio, ai negoziati in corso sul TTIP e sull’ISDS.
Ma restiamo per il momento in Puglia e atteniamoci alla vostra richiesta di sintesi. Vi riporto, quindi, in maniera estremamente schematica le proposte contenute nel nostro programma, certo che siano più che sufficienti a tratteggiare in maniera chiara l’orizzonte valoriale che anima il nostro approccio al tema: politiche amministrative impostate alla sobrietà e al rigore; abbattimento di tutti i privilegi e revisione degli emolumenti di politici, amministratori e consulenti; gestione pubblica dei servizi locali con la partecipazione dei lavoratori/ici e della cittadinanza; audit civici; lotta alla illegalità, alla corruzione, all’evasione e all’elusione fiscale; vigilanza sugli appalti e clausole sociali; utilizzo di sistemi digitali open source; trasparenza dei dati e pubblicazione dei documenti dell’amministrazione regionale; bilanci partecipati; bilanci di genere; attivazione di strumenti di democrazia diretta, come le conferenze regionali di settore, i referendum e le leggi regionali di iniziativa popolare.

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La Scuola di formazione alla cittadinanza attiva – Libertiamoci, con l’intento di incoraggiare la partecipazione democratica e creare opportunità di incontro tra i cittadini e le istituzioni, ha promosso una iniziativa rivolta ai candidati alla presidenza della Regione Puglia, in vista delle prossime elezioni del 31 maggio p.v.

L’idea è quella di conoscere il loro punto di vista su alcune questioni di carattere attuale, proposte e valutate dai soci dell’Associazione Libertiamoci, leggendo in par condicio le risposte che ci invieranno.

In attesa di conoscere la loro posizione, vi anticipiamo le domande che abbiamo rivolto loro e vi invitiamo a consultare il nostro sito, nei prossimi giorni, per un eventuale dibattito su questi temi.

  1. Quali le sue strategie, nel caso diventasse Governatore, per evitare la fuga di giovani e di cervelli dalla Puglia?

  2. Emergenza immigrazione: Puglia tra sbarchi e richieste d’aiuto. Lei cosa pensa di fare in merito?

  3. In riferimento alle recenti ristrutturazioni del Sistema Sanitario Pugliese, ispirate pressoché esclusivamente da motivazioni economiche, quali sono le proposte per conciliare, in futuro, la sempre crescente richiesta qualitativa e quantitativa di prestazioni sanitarie con l’ormai cronica carenza di fondi da destinare alla sanità pugliese?

  4. Siamo convinti che la questione morale, la trasparenza dei rapporti istituzioni/cittadino, la lotta alla corruzione di qualunque tipo siano un fiume carsico di risorse che potrebbero essere investite in svariati settori (lavoro, ambiente, viabilità, sanità, trasporti, tutela del patrimonio storico-artistico, scuola, giovani…). Cosa prevede il Suo programma a tale proposito?

 

Vi proponiamo qui anche il link del sito della Regione Puglia, per conoscere i candidati: http://beta.regione.puglia.it/web/elezioni-regionali-2015/liste-e-candidati

 

Di seguito le candidature:

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