IMMIGRAZIONE E ACCOGLIENZA: DUE CONCETTI ANCORA CONCILIABILI? UNO SGUARDO AL NOSTRO PAESE SUL TEMA

Articolo e foto di Donatella Albergo

È l’interrogativo che si è posto l’Associazione per la cittadinanza attiva, “Libertiamoci”, con questo primo convegno per l’anno 2018/19. Relatori: suor Marialuisa Matarazzo, missionaria in Congo per 18 anni ed esperta dei problemi africani; il prof. Nicola Colaianni, docente presso l’Università “Aldo Moro” di Bari e Al Bourini Karim, mediatore culturale di esperienza più che decennale. A sorpresa, è riuscita a raggiungerci la dott.ssa Dabbicco, presidente di commissione per il riconoscimento della protezione internazionale. All’incontro, dal titolo “Immigrazione e accoglienza: propositi, interrogativi e soluzioni”, hanno dato il loro contributo i giovani dell’USC, (Unione Sanguis Christi): Danilo, Angela, Nicola, Mario, Lucrezia, Cristina, Giuseppe, guidati da Marilina. Ha presentato e coordinato l’incontro l’avvocato Antonio Garofalo, presidente di Libertiamoci. La sua parola-chiave è stata “rispetto”, “rispetto reciproco”, fondamento di ogni civile e pacifica convivenza.

La voce di Lucrezia ha letto “Non è tuo figlio”, sconvolgenti versi di Sergio Guttilla, capo scout Agesci, dedicati ai cento morti in mare, in attesa di una nave che li salvasse, il 29 giugno 2018. Subito silenzio in sala, brividi sulla pelle, domande senza risposte, un’ondata di quella rabbia che nasce dall’impotenza.

Una clip di Checco Zalone, con bonaria ironia sulle religioni, ha portato il sorriso e aperto il video dei ragazzi che hanno posto l’accento sui diritti violati dei minori migranti e presentato sondaggi di opinione su un campione di cento persone, intervistate per la strada, in mercati, all’università. Buona la scelta i brani proposti, tra cui: la preghiera laica di Erri De Luca, “Mare nostro che non sei nei cieli” e la lettera di don Tonino Bello “Al fratello marocchino”.

Il mediatore culturale, sig. Karim, ha voluto porre l’accento sull’aspetto economico della presenza di immigrati nel nostro paese, rispondendo alla diffusa percezione che essi “tolgono il lavoro agli italiani”. Il sig. Karim ha ricordato invece il contributo che gli immigrati danno nelle imprese, soprattutto del nord est, nelle famiglie con le badanti, in agricoltura. Essi dunque costituiscono una forza lavoro che compensa la mancanza di manodopera italiana, soprattutto in alcuni settori. Il sig. Karim ha inoltre sfatato il mito dei 35 euro che andrebbero ai migranti: nelle loro tasche arrivano solo da 1,50 ai 2,50 euro. Il resto va ai gestori dell’accoglienza per le spese del loro operato. Però purtroppo c’è a chi fa comodo sostenere la favola dei 35 euro, e a chi fa comodo crederlo.

Suor Marialuisa Matarazzo ha portato la sua ventennale esperienza di missionaria in Africa, soprattutto in Congo. Ha parlato delle straordinarie potenzialità di quei paesi, ricchi di risorse e materie prime, ma depredati dalle multinazionali e dalla corruzione dei governi, spesso fantocci delle potenze occidentali. Deforestazione, monoculture, controllo e monopolio delle materie prime, contrabbando di diamanti, oro, avorio, vendita di armi (Italia compresa), sfruttamento di minori, sono la vergogna delle potenze occidentali che, dopo aver depredato quei paesi con il colonialismo militare e politico, sono oggi passate al più sottile e malefico colonialismo economico. E, dopo aver creato le condizioni di povertà e guerra, respingono quella gente per mare e per terra come animali infetti, quasi per evitare la contaminazione del nostro benessere e della nostra tranquillità.

Suor Marialuisa ha parlato del coltan, la sabbia nera, leggermente radioattiva, da cui nascono pc e smartphone. Oggi è più prezioso dell’oro, ma il suo sfruttamento è l’inferno e la dannazione per quelle popolazioni, soprattutto bambini.

E poi ci sono le guerre, così redditizie per l’occidente che è conveniente anche crearle: sono lontane da casa propria, fanno salire il pil, crescere l’occupazione e l’economia, assicurare il successo politico ed elettorale. Perché il primo fattore di gradimento elettorale è la crescita e il benessere economico. Segue la sicurezza. Perciò convincere e poi combattere l’equazione migrante = criminalità e impoverimento, è fare campagna elettorale vincente.

Appassionato l’intervento a sorpresa della dott.ssa Dabbicco che si è soffermata sull’abolizione dei “motivi umanitari” del decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, due termini che messi insieme sono già una dichiarazione di intenti… La dott.ssa è stata profetica: aveva già previsto vicende un po’ complicate per questo decreto, soprattutto di natura costituzionale e infatti è di oggi la notizia che il CSM ha bocciato il decreto per incostituzionalità: “Su migranti e richiedenti asilo norme costituzionali non rispettate”.

Dabbicco ha sottolineato che “bisogna tornare a riflettere sui valori della Costituzione per vincere l’intolleranza e la sopraffazione che noi imponiamo ai migranti. Dobbiamo restituire loro le libertà democratiche e i diritti fondamentali” che dall’Illuminismo in poi vanno riconosciuti a tutti gli uomini e che gli stati cosiddetti democratici (naturalmente Italia compresa) hanno ratificato.

Ha concluso l’incontro il prof. Colaianni che con professionalità e passione ha sempre risposto ai nostri inviti e ha arricchito il tavolo dei relatori. Anche il professore ha fatto il richiamo forte alla Costituzione, all’art. 10, soprattutto comma 3. “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha il diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Il professore ha richiamato l’attenzione sulla revoca della cittadinanza italiana presente nel decreto Salvini, come fece il fascismo per gli ebrei stranieri. L’allarme è costituito dall’idea che “la cittadinanza sia considerata una concessione sempre revocabile e non un riconoscimento” , ha detto Colaianni. “Stiamo riducendo l’accoglienza e rinunciamo all’integrazione. Ingresso e soggiorno sono oggi impediti. Ma è questo che voleva la nostra Costituzione? E oggi i due terzi degli italiani la pensano come Salvini…”

Il professore ha posto l’accento sula parola “diritto” contenuto nel comma 3, parola “che è in via di estinzione per le politiche degli ultimi anni, politiche di respingimento” purtroppo oggi percepite come un valore da molti cittadini, non solo italiani. L’uomo politico che sa respingere, chiudere porti e frontiere, alzare muri e srotolare filo spinato, mandare l’esercito contro chi è in viaggio, anzi in fuga, piace.

Altro allarme che il relatore ha voluto sottolineare è l’introduzione del “reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, anche nei confronti di chi accoglie gli irregolari. Una pericolosa introduzione che rischia di mettere sullo stesso piano trafficanti e solidarietà.

Infine, un ricordo al sindaco di Riace, Mimmo Lucano che, pur nella sua amministrazione “pasticciata” ha rappresentato un modello di integrazione che tutto il mondo ha ammirato. La sua condanna è stato il più clamoroso esempio di uno stato che respinge e che utilizza il reato di favoreggiamento anche nei confronti di chi integra i migranti. Lo stesso sta accadendo in Francia con il “délit de solidarité”, reato introdotto per chi aiuta gli stranieri irregolari. Eppure era stata proprio la Francia che, ispirandosi alla Dichiarazione d’Indipendenza americana del 1776, aveva proclamato la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino nel 1789, che all’art. 1 recita: “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti”. Oggi il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e il délit de solidarité sono la negazione del valore di Fraternité che, insieme alla Liberté e Legalité, con tanta enfasi ci avevano insegnato a scuola e con tanta passione avevamo imparato. Ma non sempre il tempo è progresso.

L’incontro è stato ricco e apprezzato, con tante domande ancora da fare, con tante risposte ancora sospese. Ma il tempo, come si dice, “è volato”. Intanto, il punto fermo rimane la Costituzione. Conosciamola, rispettiamola, amiamola e difendiamola. Noi saremo vigili.

 

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