NEL CUORE DEL QUARTIERE LIBERTA’ GERMOGLIA “UN SEME DA COLTIVARE”

E’ IL PROGETTO FINALIZZATO ALLA SENSIBILIZZAZIONE DEL RISPETTO AMBIENTALE, ALLA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI DELLA TERRA, ALL’EDUCAZIONE ALIMENTARE. COSI’ NASCE L’ORTO URBANO ALL’INTERNO DEL MUNICIPIO1.

Articolo e foto di Donatella Albergo

La mattina del 20 dicembre, nel giardino del Municipio1, in via Trevisani, è stato inaugurato l’Orto Urbano, con la partecipazione di bambini di scuole elementari e materne, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici e cittadini. L’evento è stato animato da musiche, giochi, spettacoli di clown, il battesimo dello Spaventapasseri, la piantumazione di cicorie, finocchi, cime di rapa, broccoli, cipolle e altro ancora.

Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Cooperativa SoleLuna e il Municipio1, al fine di coinvolgere non solo le scuole con percorsi didattici studiati e calibrati, ma anche genitori, adulti e cittadini, per sollecitare la partecipazione, il rispetto del verde e dell’ambiente, per migliorare gli stili alimentari, per saldare i rapporti tra cittadino e istituzioni.

Abbiamo rivolto a Fabio Sisto, il consigliere municipale, Presidente della Seconda Commissione e responsabile del progetto, alcune domande.

Innanzitutto, ci potrebbe presentare l’iniziativa?

L’orto è un metafora di vita per educare e responsabilizzare non solo i bambini, ma anche gli adulti, alla cura dell’ambiente e alla tutela del nostro patrimonio naturale. Con queste finalità è nato il progetto “Un seme da coltivare”.

Quali scuole sono state coinvolte?

Scuole materne ed elementari non solo del quartiere Libertà, ma del Municipio1, a cominciare dalla Scuola Materna che ha sede proprio all’interno di questo Municipio. Ma il progetto corona anche il lavoro dei consiglieri De Giosa, Boccasile, Cassano, Manzari e naturalmente del Presidente Lorenzo Leonetti che ha appoggiato e sostenuto quest’idea fin dall’inizio.

Quanto durerà questo progetto e cosa prevede?

Da questo momento di gioco e di speranza nasce il nucleo dell’orto urbano, che continuerà a vivere e crescere nei prossimi anni, sperando che possa ricevere le cure e il rispetto che vogliamo seminare insieme a queste piantine. A gennaio decideremo a chi affidarne la cura, ma nei prossimi mesi sono già in programma visite didattiche e iniziative formative. Sono previsti percorsi conoscitivi delle materie prime e delle verdure, soprattutto quelle che la nostra terra ci regala, senza perdere di vista il rispetto dell’ambiente e la corretta alimentazione dei cittadini.

Anche il Presidente Leonetti, nel suo intervento, ha parlato di “Un progetto ambizioso, che vuol piantare semi di educazione alimentare e sensibilizzazione ambientale, per vedere poi germogliare cittadini capaci di prendersi cura di sé e del mondo che li circonda, sempre con l’obiettivo di generare cittadini attivi. Questo del Municipio1, sarà l’orto di tutti.”

Abbiamo poi incontrato Rachele Calabrese, insegnante, anzi, “maestra di strada”, come ama definirsi, che ci ha fatto un po’ la storia di questo progetto che risale ad alcuni decenni fa. Infatti, l’idea di un orto cittadino nasceva circa quarant’anni fa da Francesca Caffiero, maestra della scuola elementare San Giovanni Bosco. Con un manipolo di colleghe altrettanto convinte e profetiche, Francesca e Rachele intuirono che con l’osservazione, la ricerca, la scoperta e una scelta ecologica di vita, si potevano togliere i bambini dalla strada e offrire loro il bello della ricerca scientifica e civica. Non nacque l’orto urbano, come oggi, ma bulbi e piantine furono coltivate in classe, i bambini impararono a rispettare l’ambiente e il quartiere si arricchì di cittadini più rispettosi del verde. Il cortile della scuola e gli spazi verdi intorno si colorarono di fiori e piantine. Il progetto fu seguito poi anche dall’università e dal prof Macchia, direttore dell’orto botanico.

Interessante fu l’individuazione iniziale della location del progetto: l’ex manifattura dei tabacchi, oggi mercato coperto del quartiere Libertà. Chiamata dai baresi semplicemente “la manifattura” e inaugurata nel 1913, fu una modernissima fabbrica per la lavorazione del tabacco; dava lavoro a più di mille operaie e al suo interno comprendeva anche un cinema, un centro ricreativo per i dipendenti, un asilo nido e una nursery con lactarium. Questo era costituito da un ampio spazio con vetrate, dove le operaie potevano allattare i propri bambini. Ideale per una serra e per un orto cittadino quando, negli anni Settanta, “la manifattura” fu chiusa. Ma non se ne fece più nulla e gli edifici rimasero in abbandono fino alle recenti ristrutturazioni e cambiamenti d’uso.

Possiamo ora capire e condividere l’emozione per questa giornata davvero speciale e augurare lunga vita al neonato Orto Urbano che finalmente ha visto la luce in questo 20 Dicembre 2019.

 

 

 

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