
Articolo a cura di Adriano Francescangeli
Foto di Roberta Giordano e Adriano Francescangeli
Il pozzo inquadrato in questa fotografia è uno dei pochi rimasti a Bari, situato alle spalle della Cattedrale, dal tempo della sua costruzione ad oggi, è sempre stato preziosissimo, seppur per motivi diversi. Fu fatto costruire da Bona Sforza, Regina di Polonia e Duchessa di Bari con la chiara intenzione di aiutare la popolazione di Bari, sitibonda come il resto della Puglia. L’iscrizione in latino posta sul pozzo è bellissima ed oggi potrebbe risultare quasi rivoluzionaria visti i progetti in atto di privatizzazione dell’acqua. Ecco la traduzione di quanto fece scrivere la Regina: “Poveri che avete sete, venite con letizia e senza denaro: bevete le acque che Bona, regina di Polonia, mise a disposizione” [1].
Un pozzo che ieri ha dissetato e che oggi, seppur non utilizzato, risulta ancora d’inestimabile valore per la storia di questa città e per lasciarsi incuriosire dalla figura di Bona Sforza, uno dei personaggi più affascinanti ed importanti del rinascimento europeo. Oggi, la Regina è al centro di molti studi e rivisitazioni polacche. Padre Gerardo Cioffari, responsabile del Centro Studi Nicolaiano, contribuisce in maniera importante a questi studi e, nelle sue pubblicazioni, prende per mano il lettore consentendogli di comprendere la complessità del personaggio e del suo tempo, in modo semplice e chiaro.
Dagli studi condotti da Padre Gerardo Cioffari, emerge una regina classicamente machiavellica, vissuta nel XVI secolo, in grado di uccidere i suoi rivali, ma al contempo di straordinaria umanità nei confronti delle genti di cui era a capo[2]. Dagli archivi polacchi, così come da quelli della Basilica di San Nicola, emerge una regina che si preoccupava tantissimo della pulizia delle strade, dell’approvvigionamento idrico e della giustizia sociale. Ad esempio, nonostante i mille impegni alla corte di Cracovia, la Nostra non esita a scagliarsi contro i canonici della Basilica Nicolaiana, con una lettera “di fuoco”, quando le giunge voce che questi raggiravano una donna malata di mente, rimasta sola alla morte del fratello, per accaparrarsi i pochi beni rimasti [2].
Una regina che porta l’eleganza dell’abbigliamento italiano nelle corti europee più importanti, che trasforma i giardini polacchi in piccoli paradisi, ma che, al contempo, realizza opere di bonifica e sviluppo agrario imponenti nella Polonia nel 600 [2]; a tal proposito è opportuno sottolineare che la Polonia rinascimentale era molto più grande di quella odierna e includeva l’attuale Ucraina, la Bielorussia ed una parte della Russia.
Le tracce di Bona Sforza a Bari ed in Puglia sono numerose, la storia della sua vita è ricca di particolari, le sue opere ed il suo ruolo sono centrali nella storia europea [2]. L’invito è a lasciarsi incuriosire da questo personaggio, figlio del suo tempo, ma anche grande rivoluzionario.
Bibliografia:
[1] “A spasso per Bari vecchia” di Rossella Mauro, Adda Editore, Bari;
[2] “Bona Sforza donna del rinascimento tra Italia e Polonia” di Gerardo Cioffari O.P., Levante Editori, Bari.