
Ci occupiamo della strada dedicata al grande patriota risorgimentale, e fondatore della Giovine Italia, Giuseppe Mazzini, ovvero Corso Mazzini.
Il corso venne a lui dedicato nel 1900. In quegli anni però questa strada era in sostanza deserta e non abitata, per cui fu utilizzata come campo di aviazione, detto di Marisabella (data la vicinanza con l’omonimo pantano). La città di Bari, infatti, fu una delle prime città italiane a essere sorvolata da aerei. Risulta infatti dalla rubrica “Città e monumenti d’Italia sorvolati la prima volta”, riportata da un vecchio giornale aeronautico, che nel giugno 1911, l’aviatore belga Elia Mollien effettuò alcuni voli su un monoplano sul campo Marisabella di Corso Mazzini, e che, giunto al terzo tentativo, precipitò al suolo.
Due anni dopo toccò finalmente a un barese –il tenente Cesare Suglia- il privilegio di compiere un volo sulla città, battendo addirittura il primato di lunghezza dei viaggi aerei fino allora compiuti. Partito da Mirafiori (Torino) all’alba del 2 Agosto 1913, fece scalo a Pisa, a Centocelle e a Napoli, e atterrando tre giorni dopo sul campo barese di Marisabella, accolto da una numerosa folla plaudente, dai familiari e dalle autorità, rappresentate dal sindaco Sabino Fiorese. Per tale impresa, l’ufficiale ricevette una medaglia d’oro al valore aeronautico.
Nel 1913 Bari fu scelta come meta della competizione aviatoria indetta dalla Società Italia d’Aviazione per la conquista di una coppa offerta dalla ditta Pirelli. Il premio era destinato al pilota che, partendo all’alba da un campo d’aviazione dell’Italia settentrionale, avesse compiuto il volo di andata e ritorno fino a Rimini, Bari e Brindisi.
All’inizio del 1912, l’Aero Club d’Italia, sulla scia dell’entusiasmo suscitato dall’utilizzo di dirigibili e aeroplani durante la guerra in Libia, propose la creazione di una flotta aerea nazionale e promosse una pubblica sottoscrizione per la raccolta dei fondi occorrenti. A tal fine il consiglio comunale di Bari destinò un contributo di 2 mila lire. L’iniziativa fruttò in totale la cifra di 17.431 lire e la città di Bari si classificò al 61°posto della graduatoria dei 103 sottoscrittori. Grazie a questo la città ottenne che su un aereo della flotta nazionale che era stata costituita, venisse apposta una targa raffigurante l’Italia con le mani adorne di palme e di lauri, protese verso un’aquila che si librava sui monti; accanto all’Italia si leggeva il motto “Per aspera ad astra” e sotto il nome “Bari”.
La funzione di campo di aviazione di Corso Mazzini, ebbe definitivamente termine quando, il 12 ottobre 1930, fu inaugurato nella vicina Palese, con l’intervento del ministro Renato Ricci, un vero e proprio aeroporto conforme ovviamente alle tecniche dell’epoca.
Bibliografia: “Le strade di Bari” di Vito Antonio Melchiorre (Periodici Locali Newton).