Senza fissa dimora: gli scout del Bari 12 esplorano questo mondo alla mensa domenicale

Articolo di Anna Paola  e Rita , scolte del Bari 12

E’ la 4° domenica del mese, giorno in cui nella parrocchia “Preziosissimo Sangue” si svolge la mensa per i senza tetto della città.      Ciò  che subito salta all’occhio del visitatore è l’affannarsi di Rover e Scolte del Ba/12 intenti ad adempiere ad un compito ben preciso: questi ragazzi scout  dovranno servire il pranzo a gente che lentamente  prende posto ai tavoli  guardandosi  intorno, spesso  sola, che giunge  in parrocchia  attraverso un “passaparola”.    Sui loro sguardi esitanti si legge tanta umiltà e bisogno di benevolenza;  sono tesi, stanno in silenzio,  cercano di ambientarsi.

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Ma come per incanto  tutto si trasforma; l’ambiente diventa  familiare e gioviale già quando cominciano ad arrivare le prime portate; si vedono i ragazzi, vocianti, districarsi con i piatti in mano in mezzo a tutti quei tavoli;  non sono molto abili a questa mansione, ma questa carenza viene camuffata dal grande spirito che è proprio dei giovani, entusiasti di rendersi utili.

La cosa che più stupisce e che crea una certa emozione a chi assiste a ciò, è quel sorriso che loro danno ad ogni persona che sta lì  seduta.

Ci si rende subito conto che nella sala  è rappresentata  buona parte di tutte le razze del mondo,  africani, asiatici, europei, americani;  un insieme di volti, di colori, di religioni diverse, in questo momento tutti uniti, da portare come esempio di miracolo di pace e di fratellanza  in ogni angolo del mondo.

L’intento dei giovani scout è stato di intervistare gli ospiti domenicali, per farli diventare partecipi ed attivi con una  iniziativa molto particolare: rispondere ad un questionario con domande a cui ognuno ha risposto volentieri, senza indugio.

Certo, non tutti si sono dimostrati entusiasti alla stessa maniera ; qualcuno si è anche sottratto all’invito, forse per mancanza di fiducia, forse per timore, o forse solo perché orgoglioso a mostrare il proprio disagio.

Le informazioni ricavate  descrivono in pieno tutto il loro stato di bisogno e le loro difficoltà quotidiane.

Quello che più colpisce scorrendo i  dati ottenuti  è quella sorte di solitudine che affligge queste persone; ognuno ha una triste storia  da dimenticare , difficile  da raccontare a chi vive una esistenza diversa.

E’ bello però vedere tante persone che vengono da ogni parte del mondo, sentire tante lingue diverse  e tutti che si sforzano di parlare la nostra lingua con accenti multicolori. Questa sala affollata è un affascinante palcoscenico planetario.

La parola lavoro è quella più ricorrente che si sente pronunciare passando per i tavoli; pochissimi di loro lo hanno , e i più non lo dicono, molti si vedono costretti a mendicare  per sopravvivere.

Nei loro sguardi, molto spesso vediamo  commozione, specialmente quando si parla delle loro famiglie che stanno lontane, ed ancora di più quando viene chiesto loro se hanno dei figli; si percepisce  un cambiamento istantaneo, una malinconia  li assale, e  quasi impedisce loro di parlare, la nostalgia e la tristezza nel ricordarsi dei propri affetti più cari è molto evidente.

Molte di queste persone sono sposate, ed hanno figli,  ma non ne parlano volentieri; vivere lontano da propri cari è interpretato come un  fallimento al proprio compito familiare; i nostri scout  sanno benissimo che così non è , quindi cercano di sorvolare e cercano di intavolare un altro  argomento, più brioso e spensierato.

Tanto è stato l’entusiasmo e la soddisfazione per detta iniziativa  che questi giovani hanno pensato di istituire la BACHECA DELLA SOLIDARIETA’, dove ogni ospite , se crederà opportuno, potrà scrivere quello che vuole, dire ciò che prova e ciò che si augura possa trovare negli ospitanti.

Ma più di tutto, questa bacheca è stata creata per fare in modo che ognuno di loro lasci un segno, un qualcosa che gli dia un po’ di speranza per il futuro; essere sicuri che il tutto non finisca soltanto con un pasto caldo, ma che si possa creare per il futuro quel legame basato sul sorriso sincero, solidale e continuativo nel tempo; con la certezza di  allontanarsi e  la speranza ed il desiderio  di incontrarsi quanto prima per trascorrere qualche altra ora insieme.

L’articolo che segue è un ulteriore tassello dei giovani del BA/12 ,che si aggiunge al loro impegno nel servizio di mensa per i senza fissa dimora.

L’ idea di formulare un questionario  è risultata “ vincente”.

E questo non solo  perché hanno rilevato un “dato sociale” (vedasi i risultati ), quanto perché è stato aperto uno spiraglio su quei tanti silenzi, quelli dei “senza tetto” appunto, fatti di “esclusione sociale” e di disagi; soprattutto il disagio  di chi  ( poveri, nomadi, immigrati ecc.) non vede soddisfatto il diritto ad avere una “casa”.

 Consideriamo quindi le difficoltà incontrate dagli intervistatori  su un tema che non può rimanere confinato in una semplice risposta, in un “sì” o in un “no”.

Tutto ciò, certamente  avvalora il  lavoro svolto ,che come leggerete, riesce a fornire un quadro minimo ma pur sempre significativo, di chi vive per strada in città e “bussa alle nostre porte…”

Un’esperienza sicuramente da cui partire, da continuare e  completare.  

Dati elaborati su 33 persone  che si sono sottoposte  al termine della consumazione del pasto domenicale del 25 marzo alla indagine conoscitiva:

15 italiani, 6 marocchini, 4 cittadini del Bangladesh, 3 indiani, 3 tunisino, 1 gabanese, 1 polacco di
età media di  45  anni, con alcuni di  18 anni ed altri di 79.
La metà degli intervistati parla scorrevolmente un’altra lingua oltre a quella d’origine, lingua che usano con   piacere   quando sono in presenza di conterranei, mentre  la lingua italiana continua ad essere un po’ stentata.
Il nostro servizio mensa   piace a tutti e  da consumatori abituali delle mense che la città dispone c’è da esserne contenti.
In  22 vivono  da soli (circa il  il 66% degli intervistati), in 11  vivono  a Bari (il 33%) e  prevalentemente nel quartiere Libertà in compagnia del proprio partner e o con i figli.
19 ospiti  su 33 sono single ( il 57%), fidanzati nel proprio Paese il 6%, divorziati il 6%, vedovi il 6%, sposati il 25%;
ha figli un terzo  degli ospiti .
Lavora saltuariamente il 25%( 8 su 33 ), il 75% è in cerca di un lavoro con speranze sempre più disattese.
Mantiene i contatti abituali con la famiglia il  63%, utilizzando prevalentemente  i punti  Internet Point
Ha amici che frequenta assiduamente  il 75%, per rafforzare le abitudini e consuetudini dei luoghi d’origine.
Bari è una città che piace al 72% , non piace o piace poco al 27%  e trovano i baresi gentili per il  60%, mentre  per  40% restiamo una città poco ospitale se non addirittura ostile.
Generalmente tutti gli ospiti conoscono il nostro servizio “mensa”  con il passaparola.

 

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