
La signora di cui parleremo oggi si chiama A.C.
Lei non sa che stiamo parlando di lei, e probabilmente non leggerà questo articolo perchè non sa maneggiare un computer e non ha neanche la connessione internet a casa sua. Questa signora ha ottacinque anni, di cui ottanta vissuti nel quartiere Libertà (è stata fuori durante i cinque anni della guerra) e settantacinque nella devozione a Nostro Signore. A.C. è infatti molto credente, tanto da non rinunciare mai, quando l’età e il fisico glielo consentivano, al quotidiano appuntamento con la preghiera nella chiesa di San Rocco, diventata per lei quasi una seconda casa. Allora era conosciuta da tutti i parrocchiani, oggi un po’ meno. Se chiedessimo di lei a qualche rappresentante della “vecchia guardia” sicuramente la ricorderebbe, ma i nuovi avventori non possono conoscere A.C.
Da un po’ di tempo infatti questa signora soffre di artrosi al ginocchio destro e, anno dopo anno, ogni movimento per lei è diventato faticoso, tanto che oggi A.C. esce di casa con l’aiuto di una badante. Figuriamoci se in queste condizioni può andare a San Rocco, la chiesa più vicina a casa sua eppure così lontana; e così oggi segue la messa in televisione la domenica.
Questo era solo un esempio, ma si potrebbero raccontare tanti casi di anziani che non possono più soddisfare le loro passioni a causa dell’avanzare del tempo, ma anche del disinteresse generale della questione. Tante infatti sono le promesse della classe dirigente circoscrizionale e anche comunale sugli aiuti agli anziani. Certo è comprensibile che spesso si sovrappongono altri problemi anche più gravi, come la micro criminalità che purtroppo c’è. Possiamo anche ammettere che qualche passo avanti è stato fatto, ma non è abbastanza.
Per fortuna la situazione non è tragica per tutti gli anziani, compreso per A.C., che oltre a potersi permettere una badante amorevole che oramai le vuole bene come fosse una zia (un insegnamento sull’integrazione), ha a disposizione una famiglia, tre figli e tre nipoti, che la amano e fanno di tutto per aiutarla.
Ma non tutti gli anziani sono così fortunati, infatti molti, vuoi per mero disinteresse o anche per reale mancanza di tempo dei familiari, sono soli e a volte non possono nemmeno permettersi economicamente un aiuto. Ma nemmeno l’aiuto dei parenti, che pure hanno una loro vita, basta; dovrebbe quindi intervenire la politica nel suo significato più nobile: politica infatti significa “di interesse generale” e soddisfare gli interessi di tutti vuol dire soddisfare anche quelli di queste persone che senza l’aiuto dei servitori dello Stato, quindi indirettamente dei nostri servitori, non ce la fanno.
Insomma chiediamo alla circoscrizione Libertà (e anche alle altre, dato che non esiste solo la nostra circoscrizione) e, se necessario, al comune di istituire un servizio pubblico e gratuito, anche composto da volontariato se “non ci sono i soldi”, di assistenza per gli anziani del quartiere.
Ammettiamo pure un margine e la circoscrizione potrebbe risponderci che un servizio del genere esiste. Se così fosse, chiediamo allora ulteriori informazioni su di esso per poi diffonderle e “spargere la voce” di un esempio di buona politica che può essere modello per gli altri quartieri e che tanto servirebbe in un momento di sfiducia generale come quello in cui viviamo.
Giovanni Miccolis