INIZIO DEI RITI PASQUALI A BARI. MARIA ADDOLORATA CERCA IL FIGLIO – STORIA DI UNA PROCESSIONE E DI DONATO

Articolo di Donatella Albergo                                        
Foto di Roberta Giordano e immagini di repertorio tratte da Internet                                    

Si chiamava Donato, partecipò alla processione dell’”Arciconfraternita di Maria SS della Pietà e di Sant’Antonio da Padova” dal 1960 al 1982, portando un cero di circa 10 kg lungo le strade di Bari, per dodici ore, accompagnando una Maria Addolorata, il venerdì prima della domenica delle Palme. Così per ventidue anni. Non sapremo mai perché lo fece, forse per amore, forse per dolore, per devozione, o per una richiesta o forse per un ringraziamento… E per una strana coincidenza, quando Donato spirò, il suo corteo funebre ebbe inizio contemporaneamente alla “sua” processione, ma questa volta sembrò essere Maria ad accompagnare Donato.

Ragazzi in processione, nei pressi di piazza Madonnella

Ragazzi in processione, nei pressi di piazza Madonnella

Il sodalizio ”Arciconfraternita di Maria SS della Pietà e di Sant’Antonio da Padova” fu fondato nel 1931, ma la storia della processione di Maria Addolorata nella nostra città è più antica. E di secoli è antica la storia delle Confraternite, nate intorno al Mille, originariamente per arginare le eresie e soccorrere i bisogni delle popolazioni, stremate dalla fame e dalle ricorrenti pestilenze.

La nostra Arciconfraternita occupa un ruolo ben preciso all’interno del variegato tessuto sociale barese e la processione della “sua” Addolorata è seguita da migliaia di fedeli che accorrono anche da paesi vicini. I baresi la chiamano “la mamma nostra”, forse perché è la Maria che cerca il figlio per le vie della città vecchia e nuova, fermandosi nelle chiese e frugando muta fra le navate. L’Addolorata entra nelle chiese della città vecchia: San Michele, Sant’Anna, San Domenico, San Nicola e naturalmente la Cattedrale. Qui tra le 14.00 e le 15.00 c’è la celebrazione di una messa e una breve pausa per uno spuntino: rigorosamente una rosetta con mozzarella o pane asciutto e basta. Solo ai bambini è permesso meno rigore.

La ricerca di Maria prosegue nella città e giunge fin nel quartiere Libertà. Il punto più lontano è la sede del tribunale civile, in via Francesco Crispi e la vicina parrocchia di San Carlo Borromeo, dove fa l’ultima sosta. Poi riprende la via del ritorno.

Ma la preparazione di Donato all’evento incomincia già un mese prima, per ordinare il cero di 10 kg, lungo circa 170 cm, in una cereria di Bitonto. I ceri possono raggiungere anche i 20 kg e sono accesi dalla mattina, fino alla conclusione della processione, quando è già buio alle 21,00 circa. Qualche giorno prima, Donato non dimentica di prendere una bustina di solfato di magnesio sciolto in acqua e naturalmente si purifica anche con la confessione e la comunione. Il giorno prima, bagno, barba e capelli all’Albergo Diurno, il bel bagno pubblico interrato in Corso Vittorio Emanuele, proprio davanti agli attuali uffici comunali. L’Albergo Diurno era discreto, ma sontuoso, con ampie scalinate in marmo colorato che si avvolgevano in morbide curve per rendere meno ripido il dislivello del piano interrato. Le spesse balaustre che accompagnavano le due scalinate di destra e di sinistra, erano sormontate, al loro ingresso, da grosse sfere, pure in marmo. Quando ero bambina, che aria di mistero incutevano quelle belle scale che sparivano sottoterra e portavano a chissà quali mondi sotterranei!… Ora non ci sono più da tanto tempo, ma che peccato aver perso quel pezzetto di storia della città!

Anche l’Addolorata incomincia per tempo la sua preparazione. Circa dieci giorni prima della processione, c’è il rito dell’ ”intronizzazione”, quest’anno il 18 marzo. La Madonna viene deposta dalla nicchia in una cappella della chiesa di Sant’Antonio in piazza Luigi di Savoia, dove risiede tutto l’anno e, un tempo le mogli dei suoi “portatori”o degli amministratori dell’Arciconfraternita, oggi le suore, le cambiano l’abito con quello più sontuoso della cerimonia. Le viene cambiata anche l’aureola: quella d’argento di tutto l’anno viene sostituita con un’altra completamente d’oro con pietre preziose. La sacra statua è deposta poi su una base al centro dell’altare perché possa essere adorata e baciata dai suoi fedeli.

L'Addolorata

L’Addolorata

Il giorno prima della processione, quest’anno il 26 marzo, nel piazzale della chiesa, si tiene un concerto che esegue i brani funebri che accompagneranno l’Addolorata nella sua strada alla ricerca del Figlio.

Si sveglia presto Donato nel gran giorno. Una piccola colazione e subito la vestizione. Solo la camicia è bianca nel giorno della processione: abito, scarpe, calze, guanti, papillon sono neri e nere sono le mezze maniche che servono a proteggere la giacca dalle macchie di cera, come servivano un tempo a proteggere giacche o camicia di chi lavorava con penna, pennino ed inchiostro. Segretari, copisti, scrivani…

Maria è pronta sul sagrato, ma prima che cominci il suo viaggio per chiese e strade della città, i fedeli La adornano con oggettini d’oro per una grazia chiesta o ricevuta. Spesso, anche lungo la strada, qualcuno Le si avvicina. Lei si ferma e sembra inchinarsi a ricevere il pegno che porterà ondeggiante al collo o sulle dita.

La processione è lunga, incomincia al mattino, non è giorno di festa a scuola e Gabriele, il figlio di Donato, può raggiungerlo solo nel pomeriggio, alla fine delle lezioni, per aiutarlo a portare il cero e per percorrere insieme la seconda parte della cerimonia. Anche Gabriele indossa l’abito nero e la camicia bianca.

In testa al corteo, due soldati romani, suonando un tamburo, invitano fedeli e curiosi. Seguono i gonfaloni delle chiese in cui l’Addolorata sosta e la prima banda musicale, quella di Bitonto. Ragazze e donne, negli abiti del lutto, accompagnano la Madonna, quasi sempre per grazia ricevuta. Come nelle mistiche processioni dantesche, lampade e portafiori precedono la sacra statua. Nella processione dell’Addolorata sono dodici, cinque le lampade a petrolio, accese dal mattino. La sera, quando splendono nel buio, anche loro sembrano lasciare dietro di sé scie luminose con i colori dell’arcobaleno, come nella mistica processione nel Paradiso Terrestre dantesco.

La banda

La banda

I “portatori” di Maria sono divisi in squadre di otto persone che si alternano ogni quarto d’ora. Devono essere della stessa altezza per non gravare su quelli più alti e procedono con un’andatura particolare, a gambe leggermente divaricate. Il passo è molto diverso dal San Nicola, festante e benedicente, che avanza quasi danzando, nel dicembre e maggio baresi. San Nicola è in festa, Maria in lutto. Le loro andature esprimono i loro sentimenti. Ci tengono i “portatori” a sottolinearlo! La seconda banda musicale segue Maria e la folla di fedeli chiude il corteo. Le donne portano in borsa tarallini e caramelle da distribuire ogni tanto ai bambini e ai portatori.

Il ritorno “a casa”, nella chiesa di Sant’Antonio, è una lunga cerimonia di addio. Rientrando, sul sagrato, i portatori di ceri salutano e ringraziano Maria procedendo all’indietro, tenendo l’ingresso della chiesa alle spalle e guardando l’Addolorata, come se non volessero lasciarla. Anche Maria, varca il portale della chiesa di spalle, per salutare i suoi fedeli. Non sono pochi quelli che piangono.

Un altro anno è passato e anche Donato e Gabriele tornano a casa. Li aspetta la cena rituale di quel giorno dell’anno, sempre la stessa. Fa parte di un’antica tradizione: la “làngh” (fettuccine) fatta in casa, con sugo della “pzcatrìsc” (rana pescatrice).

Non sappiamo le ragioni di Donato a questa partecipazione, ma ora, dopo più di trent’anni, sappiamo le ragioni di Gabriele. Quest’anno è Gabriele a riprendere il cero e l’abito con le mezze maniche e il papillon del padre.

Perché tutto questo (e molto di più) non sia dimenticato.

 

Si ringraziano per il loro fondamentale contributo: il sig. Vincenzo Lacarpia, la prof.ssa Antonia Vox e il Colonnello Gabriele Vox, preziosi custodi di queste testimonianze di fede, devozione e tradizione.

 

L’immagine dell’Addolorata è tratta dal sito internet dell’Arciconfraternita di M. SS. della Pietà e di S. Antonio di Padova (http://www.arciconfraternitassmariaeantonio.it/)

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