WELCOME TO THE JUNGLE

Articolo di Ilaria d’Este                                                

Fotografie di Roberta Giordano                                      

Spesso mi chiedo se gli scrittori e gli avventurieri moderni che per anni hanno raccontato e cercato l’isola sommersa di Atlantide si siano ispirati a Bari nei giorni di pioggia. Lo scenario apocalittico che tra un temporale e l’altro torna a investire il nostro amato capoluogo pugliese forse non diventerà mai un caposaldo della mitologia mondiale ma è già una barzelletta consolidata per i pedoni baresi. Tra strade bloccate, automobilisti fuori controllo e ponti allagati, i cittadini che scelgono le proprie gambe come mezzo di locomozione, affrontano le giornate piovose con il coraggio dei gladiatori romani e l’equipaggiamento di esploratori persi nelle giungle selvagge. Il pedone barese tipico si alza la mattina e controlla le condizioni meteorologiche e, se fuori imperversa un temporale, si lascia sfiorare dall’idea di prendere l’autobus, pensiero che elimina immediatamente dalla propria mente, non appena affiorano i ricordi dell’ultima volta in cui ci ha provato. I mezzi pubblici baresi sono banditi nei giorni pioggia, rinchiudersi in un autobus potrebbe comportare il mancato raggiungimento della meta o un ritardo mostruoso che indurrebbe il pedone a pensare che forse sarebbe stato meglio restare a casa. Queste conseguenze sembrano insignificanti di fronte alla possibilità di ritrovarsi, mentre si è comodamente seduti nell’autobus, con l’acqua di fogna fino alle ginocchia, annessa a capitoni semicoscienti che sguazzano nella stessa, nel caso in cui gli eventi si verifichino nei giorni che precedono il Natale. Quindi, dopo aver scartato la malsana idea di utilizzare i mezzi pubblici, il cittadino barese prepara il kit di sopravvivenza personalizzato che secondo la sua personale opinione potrebbe condurlo asciutto a destinazione. Il pedone medio, di sesso femminile, sceglie la borsa più ampia che possiede, immedesimandosi in Mary Poppins, durante il riempimento della stessa.

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Ci infila dentro un ombrello per la protezione dei capelli appena stirati, fazzoletti per asciugare le scarpe inzuppate, trucchi per ricomporsi una volta arrivata e un portafoglio con dei soldi in più per le emergenze. La scelta dell’ombrello non è determinata dalla sua resistenza alle intemperie e dalle dimensioni, ma solo e soltanto dalla capacità di entrare nella borsa e dalla fantasia che deve abbinarsi agli indumenti indossati quel giorno. L’ombrello scelto sarà destinato a rompersi lungo la strada, il soggetto femminile utilizzerà i soldi in eccesso per comprare un nuovo ombrello da un venditore indiano e raggiungerà la meta con i capelli crespi e umidi. Il pedone medio, di sesso maschile, a meno che non faccia uso di gelatina per i capelli e non sia una persona particolarmente freddolosa, non porta con sé assolutamente nulla, se non una giacca a vento e un ombrello aerodinamico e di ultima generazione. Se il pedone di sesso maschile dimentica l’ombrello o perde il proprio, dopo anni e anni di onorato servizio, inizia a correre sotto la pioggia, ignorando le proposte dei venditori indiani e raggiungendo la meta con i capelli completamente bagnati che si asciugheranno di lì a poco. Il pedone, prima di uscire di casa, indipendentemente dal sesso, recita una preghiera a San Nicola e chiede la grazia di arrivare incolume a destinazione. Nelle giornate piovose baresi, gli oggetti non sono sufficienti al pedone per difendersi da quella che è la minaccia principale sulle strade allagate: gli automobilisti.

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Con la pioggia i codici stradali e le regole di buon comportamento, che già scarseggiano nel capoluogo pugliese durante le giornate di sole, vengono completamente dimenticati. Gli automobilisti, sopraffatti dallo stress e dalle ore di coda, o semplicemente sopraffatti dalla loro scarsa educazione, sfrecciano, incuranti della presenza di megapozzanghere, regalando viaggi d’acqua ai passanti, collezionando insulti e sfiorando incidenti colossali.

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I semafori e le strisce pedonali perdono significato e il cittadino barese che viaggia a piedi deve adottare delle strategie di sopravvivenza per evitare di trovarsi coinvolto in qualche gioco d’acqua. Se il pedone vive a Bari fin dall’infanzia, avrà sviluppato un sesto senso che lo porterà a destreggiarsi nelle condizioni di difficoltà. Nel momento in cui vedrà un agglomerato di acqua nei pressi del marciapiede, aspetterà che non stiano passando macchine, per correre a tutta velocità verso quello successivo. L’allenamento nel salto in avanti, praticato per anni, lo aiuterà a superare le pozzanghere che, dopo aver raggiunto lo stesso livello del marciapiede, avranno creato un tappeto d’acqua invalicabile, lungo almeno 50 centimetri. Nel caso in cui il pedone non sia del luogo, dovrebbe farsi accompagnare da un pedone esperto o seguire un breve corso di addestramento, tenuto da persone a lui vicine, residenti a Bari, prima di avventurarsi da solo nella città. Detto questo, credo che i pedoni baresi si possano definire delle creature mitologiche, metà uomini, metà pesci, che nuotano nell’immenso acquario della vita cittadina, sfidando il fato, solo che il filo del loro destino non è nelle mani delle Parche, ma in quelle dei governanti che al contrario di queste non hanno occhi per il passato, per il presente, per il futuro.

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