
Articolo e fotografie di Donatella Albergo
Benidorm, Spagna, luglio 2014
C’è una città, a circa 150 km a sud di Valencia, che come Las Vegas fionda in alto i suoi grattacieli in mezzo ad aridi paesaggi. Benidorm, che abbaglia di giorno con il suo sole e di notte con le insegne dei suoi locali notturni, è un enorme villaggio vacanze con colate di cemento fino al mare. La speculazione edilizia è arrivata con grattacieli di alberghi e di appartamenti a mangiarsi la costa, fermandosi solo davanti al lungomare e alla playa dorada.
Però già dal lungomare qualcosa cambia: panchine e poltroncine in pietra, legno o muratura, punteggiano numerose i posti più ombreggiati e chi si stanca o chi non può ha la possibilità di noleggiare piccoli automezzi elettrici e scooter, a uno o due posti, sul lungomare chiuso al traffico. Prezzi contenuti, pulizia di spiagge, mare e strade, buona viabilità, servizi efficienti, clima soleggiato gran parte dell’anno, spiagge attrezzate e pubbliche, fanno di Benidorm la meta preferita dei turisti nordeuropei che trascorrono qui non solo le vacanze estive, ma spesso vi risiedono nei mesi invernali.
A Benidorm la spiaggia è davvero di tutti, senza barriere e senza ingressi a pagamento, perché qui lo stato non ha ceduto a privati alcuna concessione per quattro soldi. Una lunga passerella di legno porta te o le carrozzine dei disabili fino alla battigia. Sulla spiaggia, l’Ayuntamiento (Comune) di Benidorm, con il suo “Plan de playa accesible” ha attrezzato un settore per dare ai disabili l’accesso al mare e il loro posto al sole. Su una pedana di legno, sotto una tenda parasole, essi guardano il mare e si ubriacano di iodio. La zona è attrezzata con bagni, docce, zona wi-fi, carrozzine in plastica per prendere il sole o arrivare fino al mare. E mazzi di bastoni canadesi fioriscono sulla pedana per dare un aiuto a chi ha il passo incerto. Gli assistenti, giovani selezionati per questo servizio, fanno loro anche la doccia e lavano i capelli dal sale dopo il bagno. Li accompagnano fino al mare e li riportano in spiaggia.
L’Ayuntamiento impiega gli assistenti con contratto stagionale, ma l’amicizia con il disabile dura tutta la vita. Si conoscono, si sorridono, si chiamano per nome. I bisogni gridano, ma ci sono anche i sorrisi per il sollievo di un bagno nel Mediterraneo. E’ questo il compito di Pablo Recio Sànchez, 21enne bagnino di salvataggio in estate, ma studente di restauro presso l’università di Valencia per il resto dell’anno, che ci ha fatto da guida in questa visita.
I disabili con le loro famiglie vengono da tutta la Spagna e anche dal nord Europa. Un bel successo per Benidorm che dimostra che l’accessibilità a strutture e spiagge paga e non solo in termini di immagine! Sì, qualche centinaio di metri alle mie spalle le barriere architettoniche sopravvivono, ma qui oggi ho visto arrivare al mare senza gambe, ho visto bagnarsi e fare la doccia chi, più fortunato, poteva aspirare al massimo ad una stanza d’albergo con aria condizionata senza il “Plan de playa accesible”. Oggi è una bella giornata!
La spiaggia accessibile è possibile e gratuita, non servono investimenti faraonici: qualche passerella in legno, carrozzine in plastica, una cabina con servizi, qualche giovane assistente da impiegare 2-3 mesi l’anno… Questa la parte facile. Il difficile sarebbe cambiare le coscienze, creare la sensibilità e il dovere morale di dare il mare e la spiaggia a tutti, di accorciare le distanze, di pareggiare le disuguaglianze.
E anche “Pane e pomodoro” sarebbe più bella se ci aggiungessimo “il sale”…. Sindaco, che ne dici? Quando “Torre Quetta” e “Pane e pomodoro” come Benidorm?
Ringraziamo il nostro giovane amico Pablo Recio Sànchez e i suoi colleghi per la loro disponibilità e i bagnanti di Benidorm che con disinvoltura e simpatia hanno posato per i nostri click.
Buone vacanze!
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Un bel suggerimento per il sindaco, quasi quasi a costo zero, ma con un grande effetto su tutti i cittadini.
Sarebbe davvero bello se le scelte politiche prestassero più attenzione ai bisogni dei cittadini e dei meno fortunati!