Storia di una vagabonda seduta – Ilaria D’Este

Intervista con l’autore, a cura di Alessandro Amodio                                                                        

 

Si amplia il panorama dei giovani scrittori baresi, forti dell’ingresso nel club di Ilaria D’Este con il suo primo libro dal titolo “Storia di una vagabonda seduta”. Il romanzo narra delle peripezie di una giovane ragazza che si trova all’improvviso ad affrontare la più che mai dura realtà del mondo dopo un’infanzia vissuta nei confini di casa. Sorti alterne la condurranno a conoscere persone disposte ad amarla o a disprezzarla, mentre il suo spirito si forgia lentamente e il disincanto sparisce dai suoi occhi.

Ecco una nuova dimostrazione della reale presenza di un substrato socialmente e culturalmente attivo nella nostra città, che sembra essere nascosto ma va solo scoperto e valorizzato; vi proponiamo una breve intervista con la scrittrice, allo scopo di conoscerla meglio e scoprire ciò che l’ha portata alla stesura e alla pubblicazione del suo romanzo.

 

Ciao Ilaria, coltivi una passione non molto comune fra i giovani ai giorni nostri: perché ti piace scrivere?

Più che un piacere è, per me, una necessità. Direi che la scrittura sta alla mia anima come l’acqua al mio corpo, è parte di me e senza di essa non potrei sopravvivere. La scrittura è come un bluetooth incorporato nei cuori, attraverso le parole si crea questa condivisione di emozioni, una rete invisibile che lega le persone indissolubilmente.

 

Vorresti un giorno poterti dedicare solo alla scrittura o ti piacerebbe che rimanesse più che altro un hobby?

In futuro vorrei potermi dedicare completamente alla scrittura, la passione e la determinazione per fare in modo che questo sogno diventi realtà ci sono, nel frattempo resto con la testa sulle spalle e mi dedico anche ad altro.

 

E’ difficile arrivare alla stesura di un romanzo compiuto? E alla pubblicazione, per una giovane esordiente?

Quando scrivo solitamente non ho mai in mente la trama, mi lascio trascinare dagli eventi, dai personaggi, e vivo la creazione del romanzo come una scoperta continua e questo rende la stesura divertente e coinvolgente. Per quanto riguarda la pubblicazione, posso dire che la cosa più difficile per un esordiente è interfacciarsi con il mondo dell’editoria ed evitare di farsi scoraggiare. Per prima cosa non bisogna mai arrendersi di fronte ad un rifiuto perché ogni editore predilige un genere letterario e non è detto che il proprio libro sia un disastro, semplicemente potrebbe non concordare con la linea editoriale, e poi è importante non incappare in editori che chiedono soldi in cambio della pubblicazione perché non è sinonimo di serietà. Detto questo, ringrazio la Ego di David and Matthaus per aver creduto in me, è difficile trovare un editore speciale che ti faccia sentire speciale, coinvolgendoti in ogni fase della realizzazione del libro e investendo sul tuo talento.

 

Come hai scelto il periodo storico e i luoghi in cui il romanzo si svolge?

Mi piaceva l’idea di ambientare il romanzo nel periodo storico in cui i miei nonni sono stati giovani, mi raccontano sempre molte storie che riguardano il loro passato e questo mi ha influenzata. I luoghi invece sono stati scelti in modo casuale, mi sono lasciata trascinare dalla fantasia, non era importante tanto l’ambientazione territoriale quanto il  fatto che avvenisse il viaggio fisico ed emozionale della protagonista.

 

Il retro del libro dice che si tratta di una storia di donne: perché la ritieni tale?

Perché il pilastro fondamentale che regge il romanzo è l’amicizia che si instaura tra donne completamente diverse ma incredibilmente vicine e poi la storia è narrata in prima persona da una ragazza che descrive gli avvenimenti secondo la sua sensibilità, con un punto di vista femminile.

 

C’è qualcosa di autobiografico o di tratto da qualcuno che hai conosciuto, oppure tutti i personaggi sono frutto della tua fantasia?

I personaggi sono sia ispirati da persone che fanno parte della mia vita sia frutto della mia fantasia. Le donne del romanzo mi ricordano molto le donne della mia famiglia per la forza e la dedizione con cui affrontano gli ostacoli che si interpongono lungo il loro cammino, invece Matilde la sento molto vicina a me, entrambe viviamo in un mondo tutto nostro. Poi mi è capitato anche di incontrare dopo la stesura del romanzo persone molto simili ai miei personaggi e la cosa mi ha colpita, era come se dovessi per forza scrivere di loro.

 

Hai già in cantiere qualche altro lavoro o per ora pensi a goderti il meritato traguardo?

Scrivo continuamente, ho tante idee, completamente diverse tra loro, si tratta solo di decidere quale di queste sviluppare ma non voglio fermarmi, ho ancora tanto da raccontare.

 

Hai mai pensato di ambientare una storia a Bari?

Sì, in realtà uno dei lavori iniziati è ambientato proprio nella nostra città, l’idea è quella di sigillare il passato delle persone che amo sulla carta stampata ed evitare che le vicende che mi hanno portata fin qui si perdano nel nulla.

 

Cosa pensi si dovrebbe fare nella nostra città per incoraggiare i giovani alla scrittura e coinvolgerli di più nella lettura?

Credo che si dovrebbero organizzare più eventi letterari, magari incontri di lettura dei libri o manifestazioni legate alla cultura, abbiamo l’”International Film Festival” perché non fare la stessa cosa con i libri? Soprattutto è necessaria una maggiore pubblicità per fare in modo che gli eventi culturali non finiscano per essere un privilegio di pochi ma una risorsa per tutti.

 

Dove e come è possibile acquistare il tuo libro?

Il libro si può acquistare nelle librerie Feltrinelli oppure online, sempre sul sito della Feltrinelli, o su www.twins-store.it.

 

Sappiamo che curi anche un blog (http://ilariadeste.wordpress.com/); qual è la differenza tra scrivere sul web e scrivere su carta?

Ci sono i pro e i contro come per tutte le cose. Se da un lato la carta è limitante, dall’altro ti permette di creare un legame più profondo con il lettore che “contamina”, in senso positivo naturalmente, il libro, magari sottolineando le parti che l’hanno colpito, scrivendo delle note,e in quel momento la storia non è più solo di chi l’ha scritta ma diventa anche di chi la sta leggendo. La cosa positiva invece di scrivere sul web è la possibilità di vincere i limiti spaziali e temporali e di raggiungere istantaneamente il lettore anche se magari in maniera meno intima. Credo siano indispensabili entrambi per riuscire a farsi conoscere e trasmettere la propria passione a quante più persone possibili.

 

Infine, ecco a voi una breve BIOGRAFIA dell’autrice.

Ilaria

Ilaria D’Este è nata e cresciuta a Bari. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Biotecnologiche. Attualmente frequenta il corso di laurea specialistica in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria. Nel 2011 ha partecipato al “premio letterario osservatorio”, classificandosi quarta con il racconto “L’altra vita”. Nel 2013 pubblica “Storia di una vagabonda seduta” con la Ego di David and Matthaus. Adora viaggiare, andare al cinema e i romanzi di Isabel Allende. Scrive dall’età di undici anni e nel tempo decide di condividere i suoi pensieri per permettere agli altri di passeggiare nella sua anima. Spinta dalla voglia di mettersi in gioco, apre un blog su wordpress http://ilariadeste.wordpress.com/ e vive sulla sua pelle il potere delle parole che diventano una finestra sulla propria vita. Riguardo al legame tra lo scrittore e le proprie opere dice: “ Uno scrittore attende di poter cullare tra le mani il proprio libro come una madre desidera abbracciare il figlio che porta in grembo. Alla fine il principio di generazione è lo stesso, cosa sono le storie se non il frutto di un incontro carnale tra fantasia e realtà? Io mi sento così, in attesa, bramosa di fiutare l’odore della carta stampata, piacevole e radicato nella memoria come quello di un bambino appena nato. I soldi e la fama non c’entrano. Una madre che ama il proprio figlio non lo partorisce per convenienza. Questo grande atto d’amore nasce dal bisogno primordiale di dare vita a qualcuno che ci assomiglia ed è completamente diverso da noi, di provare un amore incondizionato per una persona e di mettersi in discussione. L’unica differenza è che il ventre dei pensieri è il cuore.”

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