Perché voto!

Articolo di Antonio Garofalo                                        

Foto di Roberta Giordano                                             

 

Perché voto? E’ una domanda posta al singolare, volutamente, proprio perché riguarda ciascuno di noi, in prima persona.

Potremmo al riguardo citare l’art. 48 della Costituzione, cercare pareri autorevoli di chi potrebbe darci motivazioni inattaccabili, forse leggermente appuntabili, ma ciò che conta è provare a dare noi stessi, come “cittadini attivi”, una risposta. Scrivendo e confrontandoci.

Il voto è libero, si dice, ed è vero: rappresenta, infatti, una delle più alte espressioni di libertà. Il popolo sarebbe “nullo”, senza il voto. Nessuno lo può “comprare” (almeno a parole…), nessuno lo può “vendere” (almeno a parole…); ognuno però lo può “spendere” per approvare, disapprovare, dissentire e provare a cambiare lo stato delle cose; per poter finalmente prendere una posizione, non solo a parole…, ma concretamente.

E’ indubbio che tutto vada fatto insieme, in modo democratico, all’interno della comunità in cui viviamo, in quel sistema che ci vede parte di quartieri, città, nazioni, ecc… Democrazia è una parola oggi forse troppo “inflazionata”, ma nel bene e nel male è sempre il cuore di ogni dibattito, di ogni azione, perché deve esserci sempre un giusto equilibrio nelle cose, e la sua vera natura, la sua forza, è che vivendola in prima persona, condividendola con gli altri, la si può sempre migliorare!

Votare tuttavia non basta, impone anche un controllo da parte dell’elettore, termine questo che va di pari passo con il saper discernere nel voto la dignità del futuro eletto. Questo esame nei confronti di chi ci governa potrebbe evitare quelle situazioni, eclatanti o degradanti, di disonestà diffusa. Un controllo in favore del rispetto delle leggi, per dare un senso alla legalità, base del vivere civile.

E poi c’è un interesse comune dietro ogni voto. Quello che lega chi potrebbe farsi prendere dallo sconforto e dal disinteresse, con chi invece, soprattutto i giovani, intravede un sogno che potrebbe realizzarsi: un lavoro, un’università, una scuola a loro misura e, certamente, tanto altro.

Proviamo a parlarne?

Il voto è fiducia, che deve accompagnarsi alla conoscenza e informazione. Tanto più ho “cultura” di quello che dico, meglio riesco a contrastare la sfiducia del cittadino indifferente, negativo, privo di qualsiasi tipo di aspettativa nei confronti di chi ci amministra. E questo, è indubbio, ormai capita a tutti. Il voto appunto è dar “voce” anche a chi pensa di non averne più.

Non è pubblicità (fortemente) gratuita al voto, ma piuttosto dar credito a un elettorato sempre più alla ricerca delle sue legittime aspirazioni le quali, anziché essere abbandonate, vanno coltivate. Non vuole essere una difesa estenuante e a ogni costo del voto, cui siamo chiamati nei prossimi giorni o nel futuro, piuttosto un modo per “scoperchiare” il silenzio di chi ormai è stanco anche solo di parlarne.

Noi, vale a dire ciascun singolo elettore, siamo pronti ad ascoltarti, anche se non andrai a votare, purché la tua sia una scelta consapevole, benché il rischio possa essere la pura indifferenza!

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