
Articolo di Antonio Garofalo
Fotografie di Roberta Giordano
Nelle geometrie a cielo aperto di Bari, è una linea retta tra i quartieri “Murat” e “Libertà” e così, nel modo più semplice, è riportata dalla toponomastica. E’ sempre stata immaginata un luogo sospeso, forse per la sua posizione nel mezzo di due quartieri, tra “strada centrale”, soprattutto per chi arriva dalla “Bari-Barletta”, e segmento di confine, per chi vive in città. Parliamo di Via Manzoni, ma ormai del suo passato, della sua storia.
Infatti, oggi via Manzoni non è più il “centro”, o meglio lo è, ma solo per questioni come l’immiserimento degli esercizi pubblici, il degrado di alcuni contesti urbani, il vandalismo, l’illegalità e tanti altri temi posti quotidianamente all’attenzione di tutti noi.
Ciò può avere un solo e triste merito: far scaturire una concreta riflessione, tentare di stimolare un dibattito sul recupero costruttivo (e immediato) di tale parte della città, prima arricchente per l’intera comunità … Ma da dove partire? Già, da dove?
Sicuramente dalla sua vocazione commerciale, volano per l’intero rione.
Oggi quell’eredità, di un passato non molto lontano, ce la ricordano solo le strisce blu del parcheggio ininterrottamente a pagamento anche per i residenti, e un po’ meno le tante saracinesche chiuse e ormai arrugginite dal tempo e dall’incuria. Questa serpeggia sempre più inquietante non solo per le poche insegne rimaste, con i nomi noti di famiglie del commercio barese, ma anche perché le tante iniziative pubbliche e private non hanno avuto nessun effetto. Anzi si è sempre dubitato che gli stimoli di fiducia e rivitalizzazione, promossi dai soggetti preposti (comune, associazioni, privati), fossero a vantaggio e nell’interesse della collettività, facendo effettivamente acuire, come quasi endemico, lo stato di abbandono e di sfiducia dei cittadini. E’ chiaro, a discapito della “rinascita”.
Attività create – si era detto – per far ripartire “il motore spento” o almeno per dare un avvio, uno slancio, una spinta in avanti e infine per rimetterlo in moto. E’ opportuno, a tal proposito, menzionare un esempio su tanti altri: l’abbellimento della strada con le fioriere mirava a creare un’oasi d’immagine per ridare vitalità e reimmettere pian piano in strada la gente, che non affolla più quei marciapiedi. Invece attualmente, non essendoci una manutenzione seria, quelle piante sono divenute spazi e fantasmi d’ingombro. Il risultato è che a curarle sono pochi volenterosi e a imprecare contro la loro presenza, tanti altri. Ciò fa scaturire un’idea o provocazione: “…e se quei vasi di verde fossero stati messi per strada per delimitare un’area pedonale, non sarebbe stato meglio?” Altro argomento, questo, su cui discutere.
E poi via Manzoni – mai dimenticarlo – è e rimane il perenne filo conduttore, ma non come il mini-bus che ogni tanto la percorre, motivo e impulso di altri temi urbani, riguardanti proprio il Quartiere Libertà.
Basti pensare a piazza Risorgimento, alla maestosa scuola Garibaldi che “dirimpetta”, nel solco di via Putignani, con il Teatro Petruzzelli. Luogo di aggregazione, dei mercatini di Natale, di animazione cittadina e non (in altri tempi ovviamente) ora è sempre più luogo d’inciampo. Eppure si era proceduto a un suo restyling architettonico, tra lo storico e l’innovativo. La stessa polizia municipale, l’aveva “adottata” qualche mese fa, per il 151° anniversario del Corpo, decretandone fasti e splendore ma, attenzione, solo per poche ore.
A qualche isolato lontano, c’è poi un palazzone addormentato. Parliamo dell’Istituto Nautico, afflitto nella facciata esterna dal nero dello smog di parecchi e lunghi anni. E’ lì che aspetta di risvegliarsi, grazie a un qualche “salvatore” che finalmente arresti il suo decadimento.
La stessa armonia di Piazza Garibaldi si è spenta. Conosciuta come vasta piazza della città centrale, puntellata di alberi, aiuole ed elementi naturali, è una tra le piazze più rigogliose del centro. Questa parentesi verde tra Corso Vittorio Emanuele e l’inizio di via Manzoni, anch’essa stenta a decollare. Luogo di passaggio un tempo, sono in molti a non fermarvisi più essendo divenuta, nel frattempo, meno attraente di una volta, quando pulsava di gioventù e di tante iniziative cittadine. “Alle ventuno – dicono in tanti – anche per via della scarsa illuminazione, c’è il coprifuoco”.
Altro luogo interessante, a pochi passi dalla “notorietà” di Via Manzoni, è il complesso della “Manifattura dei Tabacchi”. Adibito a mercato cittadino per una parte, il suo riordino non è mai stato completato e, al suo interno, rimane lo spettro del cinema “Arena Giardino” dove sporcizia, erbacce e cemento coesistono in attesa della sua definitiva consacrazione, se mai avverrà, a monumento industriale e culturale cittadino.
Tanti spunti devono ricordaci l’essenziale principio della geometria: se una sola linea (o via), tra quelle intersecantisi tra loro, viene meno, è la stessa idea di città che svanisce.
E allora perché non iniziamo a rimboccarci le maniche, partendo proprio da via Manzoni?
_____________
Per chi fosse interessato:
Comitato “Residenti di via Manzoni e dintorni” (pagina Facebook)
https://www.facebook.com/pages/Residenti-di-via-Manzoni-e-dintorni-Bari/940444489330682?fref=nf