DON CIOTTI E “LIBERA” NEL CUORE DEL QUARTIERE LIBERTA’

Articolo e foto di Donatella Albergo

 

          

Grande accoglienza ieri mattina nella Sala San Giuseppe della Parrocchia Redentore, nel cuore del quartiere Libertà, per don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”, l’associazione che dal 1995 lotta contro le mafie. Ad ascoltarlo, soprattutto scuole medie del quartiere Libertà e del San Paolo, alunni, insegnanti, dirigenti, ma anche gente comune. Al tavolo con don Ciotti, i magistrati Marco Guida e Lilly Arbore, il presidente regionale di “Libera”, Mario Dabbicco, e don Francesco Preite. Titolo dell’incontro, “La nostra terra: solchi di Verità e Giustizia”

                   

I ragazzi delle scuole medie “Ungaretti”, “Levi”, “Pascoli” hanno sommerso l’ospite di domande, ma anche di affetto e ammirazione, segno dell’attenzione delle scuole e degli insegnati ai temi della legalità, della partecipazione e dell’impegno. Temi cari a Don Ciotti che ha tuonato: “ Nessuno può cedere la propria responsabilità! La delega, la rinuncia e la rassegnazione sono malattie della nostra società. Nessuno è necessario, nessuno insostituibile, ma nessuno può delegare, dobbiamo fare la nostra parte e prenderci la responsabilità.” E ha ricordato la sua visita in una scuola di Amburgo che in un’iscrizione commemora le vittime innocenti con queste parole: “Qui sosta in silenzio, ma quando ti allontani, parla!”

Altri temi forti della sua conversazione con i ragazzi sono stati la forza dell’unione e della conoscenza per il cambiamento. “Rappresento non un io, ma un noi. Non sono un navigatore solitario” perché solo unendo le forze si diventa una forza per il cambiamento e il bisogno della conoscenza ne è la via maestra.

Le parole di don Ciotti attraversano ricordi della sua infanzia, sprazzi sulla storia di “Libera”, incontri con Falcone e con la madre di Antonio Montinari, una delle vittime della scorta a Capaci. Le sue parole si fermano su altri eroi comuni, vittime per caso o martiri predestinati, ma anche sulla convinzione profetica di don Sturzo, “La mafia ha i piedi in Sicilia, ma la testa a Roma. Le mafie storiche hanno le radici al sud, ma gli affari al nord” e risaliranno sempre più forti e sempre più a nord. E supereranno le Alpi.

Il prete di strada, il prete della chiesa di frontiera ricorda quando, nel 1996 con “Libera”, riesce a raccogliere un milione di firme perché sa che il punto di forza per la lotta alle mafie è la confisca dei beni e l’attacco ai patrimoni. E quel milione di firme chiede una legge. E quella legge confisca ville miliardarie e terreni immensi. E quelle ville diventano asili nido, centri per anziani e per attività culturali. E quei terreni, aziende agricole e cooperative, da Palermo a Torino. E i terreni di Riina e Bagarella, campi di grano biologico… Questa la storia di quel milione di firme raccolte da “Libera”, un movimento nato da “quel prete di strada che dà del tu al papa”. E quando un ragazzino di scuola media gli ha chiesto se avesse paura, lui ha risposto: “Non ho paura perché non si uccide un movimento.”

Grazie, don Ciotti.

             

 

             

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